Tangenti, L'Aquila sotto choc Cialente verso le dimissioni "Lunedì saprete, devo riflettere"

Il sindaco pronto a lasciare dopo l’inchiesta sulle presunte tangenti per appalti della ricostruzione. La giunta comunale straordinaria gli chiede di restare e lui prende 48 ore di tempo

L' AQUILA. "Tra due giorni comunicherò la mia decisione". Così massimo Cialente dopo la la giunta comunale straordinaria nella quale il sindaco dell' Aquila ha avanzato l'ipotesi di dimettersi dopo l'inchiesta su presunte tangenti per appalti sulla ricostruzione. Lunedì mattina quindi arriverà la decisione sulle dimissioni. Quarantotto ore di tempo che il sindaco ha deciso di prendere dopo l'invito della giunta a non lasciare l'incarico. Cialente nella riunione straordianaria ha fatto il punto sulle ripercussioni politiche sull'amministrazione di centrosinistra dell'inchiesta sulle presunte tangenti sugli appalti per la ricostruzione. Un'indagine che per la prima volta coinvolge il Comune dell'Aquila visto che tra gli indagati e gli arrestati ai domiciliari compaiono il vicesindaco, Roberto Riga, (poi dimessosi) e un assessore del precedente mandato Cialente e un consigliere comunale di opposizione scelto dallo stesso sindaco per la gestione della ricostruzione delle parti artistiche della città.

"Coinvolto un assessore scelto da me, la responsabilità e mia". Prima di cominciare la giunta straordinaria, il sindaco ha rivelato la sua decisione di dimettersi e la volontà di fare l'annuncio ai suoi assessori ad alcuni consiglieri comunali a lui vicini. L'idea si era fatta strada già da ieri sera, quando il sindaco aveva spiegato a persone vicine con parole piene di amarezza, di essere «in piena riflessione sulla situazione complessiva, in tal senso sto pensando alla città e alla cosa più utile da fare per salvaguardare i cittadini». «Al di là dell'entità delle accuse - aveva continuato Cialente - è la prima volta che il Comune viene coinvolto, probabilmente si tratta di un comitato di affari anche con persone fuori, ma c'era un mio assessore che avevo scelto io e la responsabilità è mia».

"Fondi insufficienti e rapporti col governo sempre più difficli". Tra gli elementi sui cui riflettere «per l'interesse primario della città e per le dimissioni» - spiegava ancora Cialente ieri sera - «ci sono i rapporti con il governo, sempre più difficili, per i fondi insufficienti, e anche il complessivo indebolimento della mia persona e della giunta per quanto accaduto». Rispetto all'inchiesta, il sindaco ha ribadito la necessità che «la magistratura faccia in fretta scavando su tutto ma facendo in fretta perché non ci possiamo permettere ombre, sento la sofferenza terribile della città». Nel rivelare di aver ricevuto una telefonata «molto cordiale» dal ministro per la Coesione territoriale Trigilia. incaricato dal governo di seguire la ricostruzione, Cialente ha chiuso l'amara chiacchierata ancora con il pensiero rivolto al suo ex assessore, Vladimiro Placidi, «che avevo scelto perché non politico, persona altamente legata a persone di alto rilievo, un bravo tecnico perché direttore del consorzio per I beni culturali, ente di proprietà del comune dell'Aquila, il quale mi aveva assicurato di non avere società».

Pieno sostegno dalla Giunta e Cialente prene tempo. A far cambiare idea, o meglio a convincere Cialente a prendere due giorni di riflesione prima di uficializzare le dimissioni, è stato quanto emerso nella giunta comunale straordinaria. Dalla giunta comunale è arrivato il «pieno sostegno» al sindaco Massimo Cialente. L’esecutivo si era riunito per «convincere» il primo cittadino a non rassegnare le dimissioni dopo lo scandalo su presunte tangenti nell’affidamento degli appalti per il post sisma che vede tra gli indagati anche il vicesindaco, Roberto Riga, dimessosi dall’incarico. La giunta ha chiesto a Cialente di soprassedere da qualsiasi decisione e di «stare sereno». Prima dell’incontro alcuni esponenti di maggioranza avevano parlato di un sindaco «molto scoraggiato». «È una persona che ha dato tanto alla città e che ora è allo stremo». Le deleghe lasciate dal vice sindaco Riga, ambiente e sanità, rimangono per ora nelle mani del primo cittadino.

L'opposizione: "Cialente ha perso credibilità". «Ci sono due ordini del giorno pronti, uno sulla cacciata del ministro Carlo Trigilia dalla delega sulla ricostruzione post-sisma, l'altro sulla convocazione di un Consiglio comunale straordinario per parlare della vicenda tangenti». Lo hanno annunciato in conferenza stampa improvvisata davanti al piazzale della sede comunale di Villa Gioia i consiglieri comunali dell'Aquila di opposizione Guido Liris (Forza Italia) e Alessandro Piccinini (gruppo misto). «Cialente ha perso credibilità con la città e con Roma», ha sbottato Liris commentando l'ipotesi di dimissioni del primo cittadino che circola in queste ore. «Non vogliamo essere accusati di trasversalità, per questo motivo ci muoviamo con atti formali, noi siamo diversi», ha aggiunto Piccinini. Liris, che partecipò accanto a Cialente all'ultima «protesta delle carriole» a Roma, ha spiegato che «quel fatto mi ha causato problemi di coscienza ma non lo rinnego. Allora era giusto protestare per chiedere fondi per la ricostruzione».

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