Tangenti, L’Aquila sotto choc: ecco chi e quanto ha preso

Ecco le cifre delle presunte mazzette sulla ricostruzione: a Tancredi soldi e i Map, a Riga 10 mila euro. E uno degli indagati accusa: “Gli appalti assegnati solo dopo intese coi politici”

L’AQUILA. Macera 60mila euro; Tancredi 253mila euro (di cui 200mila in Map); Sibilla 12mila euro; Placidi 24mila euro; Riga 10mila euro, per un totale di 359mila euro sui 450mila promessi. Sono le cifre delle tangenti rilevate nella nuova inchiesta sugli appalti della ricostruzione, quella che ha portato ai domiciliari Pierluigi Tancredi, 60 anni, dirigente dell'Asl numero 1, ex assessore di centrodestra e all'epoca consigliere comunale all’Aquila, delegato per il recupero dei beni artistici; Vladimiro Placidi, 57, ex assessore comunale alla ricostruzione; Daniela Sibilla, 38, dipendente del Consorzio beni culturali; Pasqualino Macera, 56, imprenditore abruzzese e nell’ambito della quale risultano indagati anche il vice sindaco Roberto Riga; il direttore del settore ricostruzione del Comune, Mario Di Gregorio, l’ingegnere perugino Fabrizio Menestò, e Daniele Lago, imprenditore di Bassano del Grappa, Ad della Steda Spa.

Fisso mensile e saldo della tangente all’erogazione del contributo. Secondo gli inquirenti, il corruttore avrebbe stretto un accordo con gli altri indagati, che prevedeva un fisso mensile di 7.200 euro, mentre il resto sarebbe stato pagato con un acconto del 20 per cento alla firma del precontratto stipulato tra la Steda spa e il committente privato; il 30 per cento al riconoscimento da parte del Comune del contributo; il saldo a erogazione del contributo per il pagamento del primo stato di avanzamento dei lavori.

“Gli appalti assegnati dopo intese coi politici”. A svelare il presunto sistema di tangenti è uno degli indagati: Daniele Lago,titolare della Steda. «Preciso che Tancredi mi spiegò che in Comune all’Aquila i lavori venivano affidati previo accordo con i singoli politici o funzionari in relazione alle loro aree di influenza», si legge in uno stralcio del suo interrogatorio. «Mi si disse che, ad esempio, gli immobili Ater facevano capo a una persona e gli immobili di altra natura ad altra persona ancora, e nel caso di specie il vicesindaco Riga era referente per l’aggregato che mi si propose».

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