Tangenti ricostruzione, scontro Trigilia-Cialente Il ministro: basta con le richieste di altri fondi Il sindaco: il problema sono lui e il governo Letta

Dopo lo choc per la nuova inchiesta per la ricostruzione, la polemica si sposta sui fondi erogati e da erogare. Il ministro per la coesione territoriale: stop ai tre miliardi, la previsione di spesa è di 500 milioni. Il sindaco: non sente il Comune da mesi, la sua posizione e quella del governo è strumentale
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L’AQUILA. A chi gli chiede di fare un passo indietro e inaugurare una nuova stagione politica alla luce della bufera giudiziaria che ha scoperchiato un sistema tangentizio coinvolgendo anche il comune, il sindaco Massimo Cialente risponde “picche”: “Non mi dimetto”, dice lasciando intendere che le responsabilità sono personali e chi ha sbagliato, se davvero colpevole, pagherà. Le paventate dimissioni riguardano più che altro le ultime dichiarazioni del ministro alla Coesione territoriale Carlo Trigilia, che ha parlato di “sterile rivendicazionismo” da parte del comune e che, in un’intervista rilasciata al Messaggero, dà un stop ai tre miliardi chiesti da Comune. «La previsione di spesa è di 500 milioni», ha sottolineato il ministro per la Coesione territoriale che sostiene sia arrivato il momento di preoccuparsi «della qualità e non della quantità delle risorse».

Trigilia: “Spesi già 12 miliardi”. “Siamo impegnati su un fronte decisivo, quello di assicurare il flusso delle risorse”, ha spiegato il delegato dal Governo a gestire la ricostruzione dell’Aquila. “Il Comune dell’Aquila, il sindaco dell’Aquila, continuano a ritenere l’impegno del governo insufficiente, c’è davvero poca sintonia con loro. Sono critiche ingenerose: la ricostruzione non si è mai interrotta per mancanza di risorse, il rubinetto non è mai rimasto chiuso. E d’altra parte non si può pretendere, nelle condizioni in cui si trova il Paese, di ricevere stanziamenti che non siano direttamente legati alla capacità di spesa”. Inoltre, dopo gli arresti per le presunte tangenti, Trigilia fa il punto sulla ricostruzione: “Dal 2009 a oggi sono stati spesi 12 miliardi di euro. Se siano stati spesi bene o no, io non lo posso dire. Non c’ero. La magistratura è intervenuta più volte per verificare presunte illegalità, questo lo so. E so anche dell’attenzione che è stata riservata al rischio di infiltrazioni mafiose nello smaltimento delle macerie e nelle subforniture. E anche noi manteniamo la guardia altissima. Per il futuro, invece, tutte le stime vanno prese con cautela. Possiamo immaginare che servano almeno altri sei-otto anni, per una spesa di un miliardo, un miliardo e mezzo ogni anno»”

Cialente: “L’errore del governo è stato lasciarci in mano a lui”

“Trigilia non sente il Comune da mesi – ha detto il sindaco stamattina a margine di un briefing con gli assessori - ieri c’è stata una riunione tecnica in cui ha ricevuto i sindaci, ma non sa nemmeno che all’Aquila sono partiti i sottoservizi”. Poi l’attacco: “Uno dei problemi più grandi è stato la scelta del governo di lasciarci in mano a Trigilia. Ma credo che le dichiarazioni di Trigilia siano state concordate con il premier Letta”. Intanto mentre da un lato le opposizioni continuano a chiedere le dimissioni dell'intera giunta, la maggioranza fa quadrato intorno al primo cittadino. “Ho ricevuto tantissimi messaggi di persone che mi dicono di tenere duro e non mollare. Ma il problema ora è pensare alla ricostruzione; si sta scatenando una canea su avvisi di garanzia che riguardano esponenti dell'opposizione (l’ex esponente della giunta Tempesta, Pierluigi Tancredi) e il problema è la posizione molto strumentale che ha assunto il governo riguardo a questa vicenda”.

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