Tanti turisti e locali chiusi Ora la città si interroga

Cioni (Confcommercio): ho convocato gli esercenti, va trovata una soluzione Si ipotizza una rotazione tra i negozianti per aprire di domenica e nei festivi

L’AQUILA. Centro storico affollato di turisti per il ponte di Pasqua e del lunedì dell’Angelo. Tanti i visitatori che hanno scelto L’Aquila, alla scoperta delle bellezze tornate all’antico splendore dopo il sisma, dei palazzi storici freschi di restauro, degli angoli caratteristici, tra antiche mura e scorci suggestivi. Passeggiate tra i cantieri per scattare qualche foto, una visita alla basilica di San Bernardino, un salto alle 99 Cannelle, simbolo della città insieme a Collemaggio, di cui per il momento si può ammirare solo la splendida facciata. Terminato il tour, l’amara sorpresa: pochissimi i ristoranti aperti, ancor meno i bar dove sorseggiare un caffè. La maggior parte delle serrande dei locali pubblici è rimasta abbassata, in controtendenza con quanto accaduto nel resto d’Abruzzo. Chiuso a Pasquetta persino il più grande centro commerciale, L’Aquilone. Una scelta che stona in pieno con i proclami di città votata al turismo, che ambisce al riconoscimento Unesco della Perdonanza celestiniana. La città dove capita di restare chiusi fuori in hotel alle 20 di sera perché manca il portiere di notte, dove gli albergatori lamentano tutto l’anno carenza di presenze e i commercianti fanno fatica a battere cassa. Gli stessi che, al primo ponte festivo, chiudono bottega ignari dei turisti. Una situazione sotto gli occhi di tutti, tanto che la Confcommercio ha già programmato una riunione per la settimana prossima, chiamando a raccolta i titolari di attività commerciali, gestori di bar e ristoranti.

«Vanno ringraziati pubblicamente», dichiara Celso Cioni, direttore regionale della Confcommercio, «gli esercenti che si sono adoperati, con sacrificio, per mantenere aperti i locali e garantire la qualità del servizio. Pochi, rispetto al numero complessivo, che ha preferito chiudere anche a Pasquetta». Un ponte festivo utile, invece, a rilanciare l’immagine della città, che a sette anni dal sisma continua ancora ad attrarre turisti e visitatori. «Lunedì ho incontrato un nutrito gruppo di turisti stranieri», conferma Cioni, «li ho omaggiati con un libro sull’Abruzzo, invitandoli a tornare a visitare la nostra città. Ma è chiaro che per attrarre visitatori bisogna creare le giuste condizioni: bar e ristoranti aperti, soprattutto in centro. Lo stesso vale per i grandi ipermercati e centri commerciali. Dobbiamo lavorare per rilanciare il turismo e creare una città aperta, fruibile, accogliente». Cioni fa presente che nel ponte pasquale i flussi turistici all’Aquila sono stati “mordi e fuggi”, come da consuetudine. Poche le presenze negli alberghi. «Ho programmato una riunione per la prossima settimana», conferma, «valuteremo insieme ai commercianti e ai titolari di bar e ristoranti tutte le iniziative da intraprendere per stimolare un lavoro di squadra che porti a risultati concreti».

Tra le idee sul tappeto, una sorta di rotazione tra negozi e gestori di pubblici esercizi che garantisca l’apertura della maggior parte delle attività sia di domenica che in tutti i festivi. «Un modo per alleggerire il peso delle aperture durante tutta la settimana», fa notare il direttore della Confcommercio, «soprattutto per quelle a gestione familiare». Sta di fatto che le lamentele dei visitatori, che hanno fatto fatica a trovare un bar aperto, non sono passate inosservate. In barba all’ambizione, affatto velata, della città di candidarsi a mèta turistica di pregio. «Dobbiamo iniziare dal basso», conclude Cioni, «e costruire un percorso condiviso che coinvolga tutti gli esercenti».

Monica Pelliccione

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