Tares, ecco il conguaglio 2013 E al Comune scoppia la bagarre

Lunghe file e contribuenti infuriati, nella sede dell’ufficio tributi di via Roma arrivano i vigili urbani L’assessore De Santis: «Comprendo il disorientamento dei cittadini, chiederemo aiuto al governo»

L’AQUILA. È bufera sulle bollette Tares. Dopo la protesta dei commercianti, per il salasso della tassa sui rifiuti, arriva quella dei cittadini. Quattro bollettini da saldare in pochi mesi, compreso l’adeguamento nazionale. Ieri mattina, nell’ufficio tributi del Comune, nella sede di via Roma, si è sfiorata la rissa. File lunghissime per chiedere delucidazioni e chiarimenti sulle somme che gli aquilani sono chiamati a sborsare. Molti i cittadini che hanno dichiarato di sentirsi «sballottati e umiliati» da una burocrazia che chiede di pagare «spesso senza dare spiegazione alcuna».

La tensione è salita alle stelle tanto che, per sedare gli animi, è stato necessario l’intervento della polizia municipale. L’assessore comunale al Bilancio Lelio De Santis, a Roma per un incontro al ministero, è stato avvertito dell’accaduto e ha invitato cittadini e personale comunale alla calma. «In questi giorni sta arrivando la rata delle bollette Tares», ha spiegato De Santis, «con l’adeguamento previsto dal nuovo tributo, che non tiene conto solo della tassa sui rifiuti, ma comprende i costi di altri servizi come illuminazione e viabilità. Il terzo bollettino comprende il conguaglio annuale 2013 ed è stato calcolato non più solo sulla base della metratura dei locali, ma del nucleo familiare». Un vantaggio per le persone che vivono da sole e per le famiglie con un massimo di due elementi.

«Laddove, invece, il nucleo familiare risulta più corposo», sottolinea De Santis, «la cifra da pagare è lievitata, rispetto agli anni precedenti». Calcoli che il Comune ha elaborato basandosi sulle dichiarazioni pervenute dai cittadini, senza ricorrere a controlli incrociati.

«Comprendo il disorientamento di quanti si sono visti arrivare bollette più elevate del solito», afferma l’assessore, «o di coloro i quali, non essendo a conoscenza della nuova impostazione data dal governo alla Tares, si sono rivolti agli uffici comunali per chiedere chiarimenti».

In moltissimi, a quanto pare, vista la ressa di ieri e le lamentele per le lunghe attese, sfociate nella protesta.

«Il Comune», assicura De Santis, «riproporrà la battaglia politica già portata avanti con forza in passato: L’Aquila è una città ancora in emergenza e come tale va considerata dal governo, che deve impegnarsi a sospendere o abbattere questo tributo, coprendo per intero il costo della Tares e i mancati introiti derivanti dalla contribuzione dei cittadini».

Un costo complessivo di 14 milioni annui, di cui 8 milioni a carico degli aquilani. «Stiamo preparando una delibera per la rateizzazione delle somme», conclude De Santis, «laddove si ravvisi la reale necessità di non poter provvedere al pagamento della Tares in un’unica soluzione. Si tratta, in ogni caso, di un adeguamento alla normativa nazionale, a cui il Comune deve ottemperare». I cittadini infuriati hanno minacciato azioni di protesta clamorose.

Monica Pelliccione

©RIPRODUZIONE RISERVATA