Tari, chi non ha la bolletta deve chiederla agli uffici

L’assessore Cocciante: «Chi dimostra di non aver ricevuto i bollettini postali non sarà tenuto al versamento delle spese di mora». Si paga in tre rate

L’AQUILA. La prima rata scadeva il 31 luglio, ma dopo sedici giorni alcune famiglie non hanno ancora ricevuto il bollettino della Tari 2016, da versare eventualmente in tre step. Certo, non è che i cittadini muoiano dalla voglia di pagare la tassa sui rifiuti, considerato che all’Aquila le aliquote sono molto più alte rispetto ad altre città abruzzesi, ma si tratta pur sempre di un adempimento di legge dal quale non si può, e non si dovrebbe, sfuggire. E dunque, chi non ha ricevuto il bollettino come si deve comportare? «Si può rivolgere direttamente all’ufficio tributi», spiega l’assessore al Bilancio Giovanni Cocciante, «e chiedere tutti i chiarimenti del caso». Cosa può essere successo, se a sedici giorni dalla scadenza della prima rata, i bollettini non sono ancora arrivati in tutte le case degli aquilani? Potrebbe esserci stata qualche svista da parte dell’ufficio, facilmente risolvibile, dice l’assessore. «Se il cittadino può dimostrare che il mancato pagamento non dipende dalla sua volontà, ma da un ritardo o addirittura da un mancato recapito del bollettino, non è soggetto al pagamento della mora». E se i ritardi dovessero dipendere, invece, da qualche disguido degli uffici postali, a corto di personale per le ferie? Anche in questo caso occorre rivolgersi all’ufficio tributi, verificare la propria posizione e farsi consegnare, al più presto, il nuovo bollettino, così da poter pagare in tempo almeno la seconda rata. Gli eventuali interessi di mora saranno calcolati solo sulla prima. Quello della Tari è un capitolo spinoso per il Comune dell’Aquila. Ormai il costo del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti dev’essere coperto integralmente dai tributi locali versati dai cittadini, e quest’anno gli aquilani hanno rischiato di trovarsi a fronteggiare un aumento di circa il 50%. Per fortuna, è intervenuto il governo che, con alcuni emendamenti al decreto enti locali, ha ripristinato una parte delle minori entrate, versando 16 milioni nelle casse del Comune e scongiurando il secondo aumento, dopo quello deliberato ad aprile. Per l’anno prossimo, però, è tutto da vedere. E dunque l’aumento scongiurato quest’anno potrebbe riproporsi l’anno prossimo, se il governo dovesse dire stop a nuovi piani di ristoro. Per ora gli aquilani, quelli che hanno ricevuto la bolletta, pagano una quota fissa calcolata al metro quadrato, in base a una percentuale che varia in base al numero dei componenti la famiglia, e una quota variabile compresa tra i 90 e i 421 euro, sempre in base alla composizione del nucleo. Una famiglia di tre persone, con una casa di circa 90 metri quadrati paga 352,12 euro. (a.b.)

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