Tasi sulle case inagibili Il Comune: noi senza colpa

L’assessore De Santis replica alle accuse mosse dall’Assemblea cittadina «Un errore del legislatore, c’è bisogno di azioni condivise e non di sterili attacchi»

L’AQUILA. «La tassazione in generale in Italia ha raggiunto dei livelli da primato europeo e la normativa vigente è un insieme confuso di norme in continua evoluzione – a volte anche contraddittorie – che mette sempre più in difficoltà chi deve pagare, dai cittadini alle imprese, e anche chi deve applicare le leggi». L’assessore Lelio De Santis non ci sta a caricarsi sulle spalle la responsabilità del «pasticcio Tasi» e tantomeno a dimettersi come richiesto dall’Assemblea cittadina.

«Nello specifico della Tasi», dice l’assessore, «la giunta comunale e quindi il consiglio, l’hanno dovuta recepire, con la possibilità di limitate modifiche, tenendo conto anche della necessità di rispettare gli equilibri del bilancio. Il Comune ha stabilito di adottare un’aliquota unica del 2 per mille per le abitazioni e un’aliquota dell’1 per mille per i fabbricati rurali, ridotta rispetto al tetto del 2,5 per mille, senza applicare la maggiorazione dello 0,8 per mille e prevedendo l’esenzione per i redditi inferiori a 10mila euro. Per le case inagibili, la riduzione del 50% prevista dalla norma e non l’esenzione totale, è stata ritenuta da tutti, e non solo dall’Assemblea cittadina, un errore del legislatore, a cui si è subito e in diverse circostanze cercato di porre rimedio con l’opera del sindaco e dell’assessorato. Non è quindi corretto dire che il sindaco solo il 5 ottobre ha scritto al ministero, quando invece l’amministrazione ha svolto un’azione ferma e continua, richiedendo l’esenzione totale della Tasi sulle case inagibili già dal 25 luglio 2014, ribadendolo il 19 settembre e reiterando il tutto il 3 ottobre scorso».

L’emendamento presentato e caldeggiato dal sindaco Massimo Cialente non è stato poi accolto dalla Camera dei Deputati. «Questa può essere, quindi, una responsabilità dell’assessore con la delega ai tributi? Se bastasse ritirare una delega a un assessore poco efficiente per conferirla a un altro dotato di poteri magici per eliminare qualche tassa, avremmo risolto i problemi della città», afferma De Santis. «Certamente il consiglio avrebbe potuto assumersi la responsabilità di coprire quel 50% con l’aliquota del 2,5 per mille e la maggiorazione dello 0,8 per mille applicata a tutti gli aquilani. Ci sarebbe stato un gettito di milioni. La tassazione eccessiva e non più tollerabile è un problema molto serio, soprattutto nella nostra città, per essere trattato con prese di posizioni estemporanee, che io personalmente rispetto, ma che non producono nulla, a parte avvelenare ancora di più un clima sociale che avrebbe bisogno di verità e responsabilità, oltre che di azioni comuni e di strategie condivise». ©RIPRODUZIONE RISERVATA