Tasi sulle case inagibili L’assemblea: via De Santis

Chieste le dimissioni dell’assessore: «All’esenzione doveva pensare il Comune» La replica: «C’è bisogno di un’azione congiunta, non di polemiche strumentali»

L’AQUILA. L’assessore va in piazza contro l’Irap. Ma non sfugge all’«ira funesta» dell’assemblea cittadina. Che ne chiede la testa per il caso-Tasi sugli immobili inagibili. «Il 24 luglio l’assemblea così scriveva: “Ci preme evidenziare la problematica legata alla Tasi e alla situazione di inagibilità degli immobili. Per tale tributo, la base imponibile è quella Imu, con aliquota di base pari all’1 per mille. Diversamente dall’Imu, però, per la quale è stata prevista l’esenzione, in caso di immobili inagibili (...) a tutt’oggi non esiste una norma simile che esenti dalla Tasi i predetti fabbricati. Poiché la Tasi si applica anche alle abitazioni principali, a carico sia del proprietario che dell’occupante, potrebbe verificarsi che i cittadini proprietari di un fabbricato inagibile debbano provvedere a pagare un doppio contributo: per la casa inagibile e, se si trovano nel Progetto Case, nei Map, in affitto con l’autonoma sistemazione, o concordato, o Fondo immobiliare, per la casa che occupano temporaneamente.”».

«A tali più che legittimi interrogativi l’assessore non dava cenno di risposta. L’assemblea tornava sull’argomento il 26 agosto. “Resta senza alcuna risposta chiara la questione posta: si pagherà la Tasi anche sull’abitazione inagibile?». L’assemblea chiedeva che il regolamento contenesse un’esplicita esenzione per gli edifici inagibili causa sisma, così come previsto per l’Imu con norma transitoria. «Il 27 agosto», prosegue il documento dell’assemblea, «l’assessore, tacciando i cittadini di fare inutile allarmismo sociale, rispondeva: “La Tasi non si pagherà per le abitazioni inagibili che non concorrono alla formazione del reddito imponibile Imu fino alla definitiva ricostruzione e agibilità dei fabbricati. Possono stare tranquilli coloro che ancora non vedono ricostruita la propria abitazione”. L’assemblea rispondeva di nuovo, rilevando confusione nel merito di Tasi e Tari e diceva, tra l’altro: “se è vero che il governo ha posticipato al 30 settembre la deliberazione per il bilancio di previsione, è anche vero che il termine per l’invio delle deliberazioni al ministero resta fermo al 10 settembre, per far sì che entro il 18 la delibera venga pubblicata sul sito. Il mancato rispetto di tali date comporterà l’”eventuale” pagamento Tasi in unica soluzione entro il 16 dicembre, in coincidenza col saldo Imu”. I fatti smentiscono quanto asserito da De Santis e danno ragione ai cittadini. La Tasi sulle case inagibili andrà pagata e in unica soluzione. Paradossali le ultime affermazioni del sindaco, il quale asserisce di aver inviato una lettera al ministero il 5 ottobre, con imperdonabile ritardo». L’assemblea chiede la testa di De Santis «per la mancata chiarezza e la manifesta superficialità, e una doverosa, seppur tardiva, assunzione di responsabilità, da parte dell’amministrazione, consistente nel deliberare essa stessa, in consiglio comunale, l’esenzione dall’iniquo tributo, come, già da aprile 2014, è accaduto in tutti i Comuni dell’Emilia e, per non andare troppo lontano, a Barisciano».

Ecco la replica di De Santis: «C’è bisogno di un’azione comune e non di polemiche strumentali sulla Tasi al 50% sulle case inagibili. La Tasi è prevista da una legge dello Stato e non dall’amministrazione o dall’assessore che, al contrario, hanno fatto e stanno facendo tutto il possibile per avere l’esenzione totale. Le polemiche non aiutano a risolvere il problema di una tassa iniqua e odiosa. Solo il parlamento può fare qualcosa. Per questo abbiamo proposto emendamenti che saranno ripresentati al Senato per ottenere l’esenzione totale».

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