Tasse, aquilani beffati Il sindaco Cialente organizza la mobilitazione

Torna la protesta sulle tasse. Chiodi spera ancora in un decreto, ma Cialente lancia l’appello alla mobilitazione «perché la decisione del governo di non prorogare la restituzione delle tasse sarà devastante»

L’AQUILA. Il commissario Chiodi spera ancora in un decreto, ma intanto il sindaco Cialente lancia l’appello alla mobilitazione, «perché la decisione del governo di non prorogare la restituzione delle tasse avrà un impatto devastante sulla città». Una giornata convulsa, cominciata con la conferma delle voci che già mercoledì notte - al termine della riunione del consiglio dei ministri - davano L’Aquila fuori dal maxi-emendamento alla legge di stabilità approvato dal governo.

Nulla, in quel testo, sul rinvio delle tasse e neppure sull’abbattimento del 60% degli importi da restituire che il commissario per la ricostruzione Gianni Chiodi ha tentato di contrattare a Roma con il sottosegretario Gianni Letta.

Una “fumata nera” che per i residenti del cratere significa dover restituire in un’unica soluzione le rate relative al 2011. Nessun rinvio, dunque, e niente sconti per i terremotati dell’Aquila. Un trattamento fiscale decisamente diverso da quello a suo tempo riservato ad Umbria e Marche, dove i cittadini hanno cominciato a restituire le tasse non versate, ridotte del 60%, dopo dieci anni e in 120 rate.

Il presidente-commissario Chiodi, mercoledì sera a Roma per tentare di strappare almeno l’abbattimento degli importi da restituire, ha lasciato la Capitale senza nulla di concreto da poter sbandierare. Niente per tacitare chi da mesi sta ripetendo che «sulle tasse il governo ha bleffato perché l’ultima proroga non è stata accompagnata dalla necessaria copertura finanziaria».

«L’altra sera il consiglio dei ministri» spiega Chiodi «era pronto a inserire la decurtazione delle tasse da restituire (ma non un nuovo rinvio) nel decreto che poi è saltato. Per cause ormai note a tutti, il governo è stato costretto a ripiegare su un maxi-emendamento. L’Aquila non figura nel testo, ma la partita è ancora aperta perché c’è la volontà di affrontare il problema o attraverso l’inserimento in extremis nel maxi-emendamento, (l’iter potrebbe però rivelarsi troppo lungo) o con un decreto che potrebbe rendere tutto più semplice. Una cosa è certa: Letta non ha dimenticato gli impegni assunti».

Nuove rassicurazioni, alle quali il sindaco Massimo Cialente risponde con la convocazione - per oggi pomeriggio - di associazioni di categoria, sindacati, parlamentari, sindaci e rappresentanti delle istituzioni. «Una riunione al Comune per organizzare la necessaria mobilitazione contro la decisione del governo. La battaglia decisa per il rinvio delle tasse» afferma Cialente «è necessaria per la sopravvivenza stessa dell’economia della città. È oggettivamente impensabile che il cratere, nel quale nulla è stato fatto per avviare la ricostruzione fisica e socio-economica, possa reggere all’impatto, che sarebbe poi un secondo terremoto. La mobilitazione di tutte le coscienze della città è la battaglia per il futuro dell’Aquila».

Cialente aggiunge poi di aver sentito in mattinata Letta. «C’è ancora la possibilità di un inserimento nel maxi-emendamento. Chiodi parla di un decreto?. Bene, ma il tempo degli annunci è scaduto. Il mio pessimismo è legato alla difficile condizione che il Paese sta vivendo. Il governo è nel caos e questo rende tutto ancora più complicato. Era necessario pensarci prima, ma quando dicevo queste cose c’era sempre chi era pronto a fare l’imbonitore. Sono preoccupato per la mia gente e per la mia città. Noi non siamo in grado di restituire le tasse perché la nostra economia è in ginocchio e nulla è stato fatto per favorire la ripresa delle attività produttive. Ora dobbiamo far sentire la nostra voce».