Tasse da restituire, all'Aquila spunta un ricorso alla Corte Europea
La richiesta di sospensione del pagamento al 100% riguarda oltre cento imprese del cratere sismico
L’AQUILA. Contro la richiesta dell’Unione europea che vuole la restituzione del 100 per cento delle tasse (e non del solo 40 per cento) che furono sospese alle imprese aquilane (sono 115) nel periodo del post sisma, ci sarà un ricorso alla Corte Europea. Lo ha annunciato ieri pomeriggio il vice presidente della giunta regionale, Giovanni Lolli, nel corso di un dibattito che si è svolto nell’ambito della Festa dell’Unità. Lolli ha anche confermato che, grazie alla legge sulla ricostruzione (la quale prevede che il 4 per cento dei fondi destinati ad aprire i cantieri vengano dirottati sulle attività produttive) nei prossimi anni all’Aquila arriveranno circa 300 milioni di euro a cui si aggiungeranno (si spera) anche parte dei “normali” fondi europei per l’Abruzzo.
Due notizie che Lolli ha dato dopo aver esordito dicendo che attualmente la situazione economica della città e del suo circondario è drammatica. E al centro del dibattito, che ha visto protagonisti esponenti vecchi e nuovi del Partito democratico, ci sono stati proprio il futuro del capoluogo e la necessità che nasca al più presto una classe dirigente che sappia guidare nei prossimi anni una città che ha mille sfide da affrontare.
All’incontro c’erano la senatrice Stefania Pezzopane, Giovanni Lolli, il sindaco Massimo Cialente, il giovane capogruppo del Pd in consiglio comunale Stefano Palumbo e un altro esponente emergente del partito democratico, Americo Di Benedetto.
Palumbo e Di Benedetto, con il segretario aquilano del Pd, Stefano Albano, sono fra i promotori del cosiddetto “Progetto L’Aquila” e si propongono senza nascondersi dietro a un dito (anche ieri sera lo hanno detto con chiarezza) come nuova classe dirigente in sostituzione della vecchia guardia che all’Aquila ha i suoi pilastri in Pezzopane, Lolli e Cialente.
Il primo appuntamento che dovrebbe segnare il passaggio generazionale è fra un anno e mezzo con le elezioni amministrative nelle quali Cialente, dopo due mandati, non potrà ricandidarsi per la poltrona più prestigiosa.
Il sindaco durante il suo intervento, si è detto certo che il centrosinistra vincerà anche nel 2017 «vista la mancanza di una alternativa credibile nel centrodestra», e non ha risparmiato un siluro al suo “nemico” Giorgio De Matteis dandogli del «cretino», aggiungendo «dal punto di vista politico non personale».
Riferire nel dettaglio il contenuto di tutto ciò che è stato detto è praticamente impossibile ma dalle parole dei protagonisti del dibattito, che si è svolto in un tendone nel parco del Castello, è emersa una cosa abbastanza chiara.
Nei prossimi anni all’Aquila arriverà una montagna di soldi: dai famosi sei miliardi per la ricostruzione, ai 300 milioni e più per le attività produttive fino ai “normali” fondi europei.
L’interrogativo serpeggiato per tutta la serata è: sapremo gestirli bene, ci sarà una classe dirigente illuminata che saprà trasformare il denaro in una crescita economica e sociale che possa dare all’Aquila prospettive di lungo periodo?
La Pezzopane, ricordando tutto il lavoro sulla legge per la ricostruzione, ha insistito sul fatto che debbano essere inserite al più presto nella norma regole più stringenti per evitare infiltrazioni della criminalità organizzata, regole peraltro sollecitate pochi giorni fa dalla Direzione distrettuale antimafia, ma stoppate con motivazioni di tipo burocratico dal ministero dell’Interno (che non vuole sovraccaricare il lavoro delle prefetture).
Sulla destinazione delle risorse per le attività produttive ha fatto una lucida analisi Lolli, che fra l’altro guida un tavolo di lavoro regionale (con sindacati, imprese, enti locali e vari portatori di interesse) che deve stabilire dove allocare i fondi.
Secondo Lolli i settori su cui puntare sono molti: innovazione, ricerca e nuove tecnologie; alta formazione; turismo; sostegno alle piccole e medie imprese, cultura. Sull’alta formazione Lolli ha detto che sta lavorando con la Fondazione Carispaq per restituire alla struttura Reiss Romoli (fino a pochi mesi fa sede universitaria e oggi di fatto un contenitore vuoto) il ruolo che aveva in origine, e cioè quello della formazione nel campo delle nuove tecnologie. Inoltre, sempre Lolli ha fatto rilevare che in città c’è bisogno di un’agenzia “snella” in grado di dare alle imprese tutti gli strumenti per accedere ai fondi europei.
Al realismo di Lolli ha fatto da contrappunto lo slancio ideale verso il futuro da parte del sindaco. Cialente sta pensando di ritagliarsi un po’ il ruolo del buon padre di famiglia che a un certo punto chiama intorno a sé gli eredi e dice loro: guardatevi intorno, tutto questo l’ho fatto io, vi metto in mano una città che ha saputo rialzarsi dalle macerie e che è pronta a diventare un luogo idilliaco (quando tutte le case saranno ricostruire ci saranno alloggi per 153.000 persone, il doppio della popolazione attuale) dove – ha detto in sintesi il primo cittadino – in tanti vorranno venire, non sprecate tutto il mio lavoro ma miglioratelo e mettetelo a frutto. Naturalmente ha fatto intendere che lui non si metterà completamente fuori dai giochi ma un ruolo, non secondario, certamente se lo troverà.
Cialente pur col solito argomentare di chi pensa di avere sempre ragione, ha però colto nel segno: il problema della città, oggi, non sono tanto i soldi (quelli, per il Pd ci sono e nessuno li toglierà) quanto una classe dirigente all’altezza delle sfide. Ieri sera Palumbo e Di Benedetto hanno preferito svolgere il loro compito senza dare a vedere di voler togliere di mezzo la “triade”. Sanno che ne hanno ancora bisogno. Ma è evidente che scalpitano. Se poi saranno all’altezza ce lo dirà chi scriverà la storia dell’Aquila dei prossimi 10-15 anni.
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