Tasse da restituire, arrivano Crimi e Vacca 

Domani in città i due sottosegretari: lo scopo è di prorogare la scadenza. Oggi se ne parla in consiglio

L’AQUILA. Il governo scriverà all’Unione europea per chiedere di riaprire la trattativa sul de minimis e sulla restituzione delle tasse sospese, alle aziende aquilane, dopo il sisma del 2009.
Ad annunciarlo, alla vigilia del consiglio comunale aperto, convocato per oggi, sulle imposte che le imprese terremotate sono chiamate a restituire, è il delegato di Confindustria L’Aquila Abruzzo interno alla ricostruzione, Ezio Rainaldi.
Intanto, c’è attesa per l’arrivo domani, in città, dei sottosegretari alla ricostruzione, Vito Crimi, e alla ricostruzione dei Beni monumentali, Gianluca Vacca, che incontreranno, nella sede Ance, il presidente dei Costruttori, Adolfo Cicchetti, il presidente vicario della Regione, Giovanni Lolli, e il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.
Il governo potrebbe annunciare la proroga della scadenza per la presentazione della documentazione sulle tasse, ma sarà chiamato a rispondere anche a una serie di quesiti sul blocco degli uffici speciali, Usrc e Usra, per mancanza di una governance, sulla ricostruzione pubblica che non decolla e il personale in servizio, con contratti in scadenza, oltre alle maggiori uscite e minori entrate a carico dei comuni del cratere.
«La novità», spiega Rainaldi, «è che, dopo una fitta interlocuzione tecnica portata avanti con Palazzo Chigi, in particolare il ministero dello Sviluppo economico, a cui ho partecipato in prima persona insieme all’avvocato Roberto Colagrande, abbiamo ottenuto dal governo l’impegno a fare leva sull’Ue. A breve verrà inviata una lettera alla Commissione Europea in cui il governo chiede di riesaminare la soglia del de minimis, fissata per L’Aquila a 500mila e non a 200mila, alla luce di una serie di osservazioni tecniche che evidenziano la necessità di fornire un’interpretazione autentica del de minimis stesso, come era stato impostato nel documento ministeriale del 2010. Passaggio che», prosegue Rainaldi, «darebbe la possibilità di giustificare un’ulteriore proroga, che chiediamo venga ufficializzata nella visita di Crimi e Vacca all’Aquila».
Confindustria parla di «ennesimo stillicidio per le imprese aquilane che, a pochi giorni di scadenza dalla proroga, fissata al 31 dicembre, si ritrovano ancora una volta con l’acqua alla gola. Abbiamo subìto un’ingiustizia enorme di cui chiediamo conto al governo e all’Europa». (m.p.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA.