Tasse del terremoto, dopo il mancato rinviol'ultimatum di Chiodi: "Misure eque o mi dimetto"

Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha annunciato che si dimetterà da commissario per la ricostruzione post terremoto se non sarà rinviato il pagamento delle tasse sospese per il periodo aprile 2009-giugno 2010, per le popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009

L’AQUILA. Il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha annunciato che si dimetterà da commissario per la ricostruzione post terremoto se non sarà rinviato il pagamento delle tasse sospese per il periodo aprile 2009-giugno 2010, per le popolazioni colpite dal sisma del 6 aprile 2009.

"Continuo a lavorare senza sosta, facendo la massima pressione sul Governo centrale affinchè si possa giungere ad una soluzione soddisfacente. Nonostante il tempo non giochi a nostro favore, sono ancora fiducioso che la questione relativa alla restituzione delle tasse per la popolazione del cratere sismico si risolva nei termini utili", spiega Chiodi.

Così il Commissario delegato per la Ricostruzione, presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, paventa anche una decisione forte e sofferta. "Purchè serva al bene della collettività: se non dovesse arrivare a breve, brevissimo, una misura ad hoc per attenuare la crisi dell'economia e permettere ai cittadini di rifiatare sul fronte contributivo, rimetterò al Governo l'incarico di Commissario".

"Ho portato a Roma la necessaria documentazione per sostenere l'impossibilità di effettuare i pagamenti da parte dei cittadini - fa sapere il Commissario Chiodi - Ho dimostrato con i fatti che si tratta di un carico fiscale insostenibile. Ho affrontato l'argomento nei molti incontri avuti col Sottosegretario Gianni Letta. Insieme siamo stati dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi".

Chiodi riferisce che il Sottosegretario ne ha parlato anche in sede di Consiglio dei Ministri che, dal proprio canto, ha espresso un'apertura di massima. "Non vorrei", dice il Commissario, "che ora fossero subentrati altri problemi. E' una questione di giustizia ed equità sociale. Ed il Paese non può tirarsi indietro. Non ora".

Chiodi, comunque, non si arrende. Lunedì sarà di nuovo nella Capitale per perorare la causa degli aquilani. Ed azzarda: "Forse già allora ci potrà essere un segnale positivo".