Tasse, il governo prepara i ritocchi

Emendamento alla manovra, ampliare i benefici a dipendenti e pensionati

L'AQUILA. Può allargarsi la base dei cittadini che, nel cratere, dal primo luglio potrà beneficiare di una nuova proroga della sospensione della tasse. Da fonti parlamentari del Pdl emerge che nell'emendamento alla manovra potranno esserci dei correttivi. Inoltre, si sta studiando la possibilità di prorogare la sospensione per includere anche fasce di dipendenti e pensionati.

La questione della proroga della tasse è quindi ancora tutta da definire: finora c'è stato l'annuncio del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta, di una proroga solo per gli autonomi con meno di 200mila euro di fatturato (anche se non è stato riferito di quale anno). I lavoratori dipendenti, invece, ricominceranno a versare le tasse dal primo luglio prossimo. Ma negli ultimi giorni sono stati registrati vari tentativi di apertura, con l'obiettivo di tutelare le fasce più deboli. Si è parlato della possibilità di limitare il tetto dei 200mila euro solo alle società, mentre tutti i titolari di partita Iva senza limite di fatturato, potrebbero essere esentati dal versare le nuove tasse. E poi è oggetto di studio la possibilità di tutelare comunque le fasce più deboli, a prescindere dalla categoria.

Aperture annunciate anche sulla restituzione. Su quest'ultimo punto, Letta ha sottolineato che comincerà dal primo gennaio prossimo con almeno 60 rate e sull'intera somma non versata. Ma anche su tale aspetto il commissario per la ricostruzione, Gianni Chiodi, e il vice presidente del consiglio regionale abruzzese, Giorgio De Matteis, hanno sottolineato che si sta lavorando affinché nei prossimi mesi le cose cambino. A indurre a mettere in campo questi tentativi è stata anche la manifestazione di protesta di 20mila aquilani di mercoledì scorso. La tensione dei cittadini resta comunque alta.

Stamani alle 11 è prevista una nuova assemblea nel tendone per decidere come proseguire la mobilitazione. Per alcuni il consiglio convocato davanti a Palazzo Madama giovedì 24 luglio rappresenta una buona occasione. Intanto, c'è chi auspica un «federalismo fiscale sui generis», come il tributarista Luigi Fabiani, tra i primi a lanciare l'idea di «pagare i tributi direttamente al sindaco dell'Aquila, così da agevolare la ricostruzione della città». Ma c'è da fare i conti con la situazione attuale.

In attesa di disposizioni diverse, entro il 16 luglio bisognerà restituire gli ultimi 7 mesi non versati all'Inps: ciò vuol dire che per una busta paga di 2.000 euro, almeno 1.800 andrebbero via solo in contributi previdenziali, senza contare le altre trattenute che costringerebbero i dipendenti a indebitarsi con la loro stessa azienda per qualche centinaio di euro da restituire il mese successivo.

Le aziende del resto hanno poca scelta, specie quelle che operano nella ricostruzione e che non adempiendo agli obblighi si vedrebbero revocato il Durc. Per questo, secondo il parlamentare del Partito democratico, Giovanni Lolli, «servono atti amministrativi per fermare queste circolari. Altrimenti molte aziende saranno costrette a versare ancora prima che entri in gioco la dilazione».

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