«Tendoni davanti alle scuole e telefoni satellitari in classe»

Ecco le richieste delle dirigenti di quattro istituti superiori Vulnerabilità sismica, la Provincia nega problemi al Cotugno

L’AQUILA. Risposte in tempi brevi sulle condizioni di vulnerabilità sismica delle strutture che ospitano le scuole, meno alunni per classi, più docenti e personale tecnico amministrativo. Ma anche una postazione satellitare, una tensostruttura, e almeno due unità di personale specializzato con relative strumentazioni di primo intervento, in ogni istituto. Sono alcune delle richieste delle quattro presidi degli istituti superiori aquilani (Sabina Adacher, Serenella Ottaviano, Fiorenza Papale e Maria Chiara Marola) che hanno deciso di inviare un documento congiunto alle istituzioni e di rompere il silenzio, convinte che siano necessari urgenti interventi di ricostruzione “modello” per la città dell’Aquila. Intanto, ieri mattina, si è tenuta la riunione della commissione interistituzionale che ha proceduto a una disamina dei primi dati, relativi alle prove di carico e a quelle sui materiali, effettuate nella sede del liceo Cotugno. «Le prove di carico non hanno mostrato problemi», ha spiegato il presidente della Provincia Antonio De Crescentiis. «Maggiori perplessità ci sono sul calcestruzzo. Chiederemo ai tecnici di Reluis se la scuola può riaprire o meno. Non possiamo permetterci imprudenze».

LA LETTERA. «Nelle nostre scuole ci sono ogni mattina 4 mila studenti» hanno scritto le presidi in apertura del documento inviato alle istituzioni. «Abbiamo operato spesso al limite delle possibilità. Ora è arrivato il momento di chiedere».

I CONTROLLI. In primis le dirigenti domandano «agli organismi competenti e alla Procura della Repubblica che vigilino nell’applicazione delle normative vigenti in materia di sicurezza degli edifici scolastici», poi «che sia resa nota la calendarizzazione delle attività di verifica su tutti gli immobili scolastici». Secondo le presidi, inoltre, sarebbe importante «la costituzione di un tavolo tecnico di confronto».

LE DEROGHE. Le dirigenti si rivolgono anche direttamente al ministro dell’Istruzione. «Oltre alla deroga al numero minimo di 200 giorni per validare comunque l’anno scolastico, chiediamo di derogare alle 400 ore (nei professionali e nei tecnici) e alle 200 ore (nei licei) delle attività di alternanza Scuola-lavoro. Chiediamo che sia deliberata deroga al numero minimo di alunni in classe e che sia ottimizzato il numero di collaboratori scolastici, indispensabili alla corretta gestione delle emergenze».

TENSOSTRUTTURE. Infine, le presidi vorrebbero che in ogni istituzione scolastica fossero presenti «almeno due unità di personale specializzato con relative strumentazioni di primo intervento»; «una tensostruttura, dotata di servizi igienici, atta soprattutto ad accogliere le studentesse e gli studenti pendolari»; «una postazione satellitare per garantire le comunicazioni con l’esterno».

BENE I CARICHI. «Le verifiche effettuate nell’edificio che ospita il Cotugno confermano, in relazione alla resistenza ai carichi verticali e alle prove sui materiali, la sussistenza delle stesse condizioni riscontrate a seguito degli interventi post-sisma del 2009», ha comunicato ieri la Provincia, a seguito dell’incontro a cui erano presenti anche i rappresentanti di Comune, Regione, Provveditorato alle Opere pubbliche, Direzione scolastica regionale e provinciale, la dirigente scolastica del Cotugno, il comando dei vigili del fuoco. «Le prove sui carichi non evidenziano problemi alla struttura per quanto riguarda i carichi di esercizio».

UN ALTRO INCONTRO. «I risultati delle prove saranno sottoposti ai tecnici del Consorzio universitario Reluis ai fini di un definitivo approfondimento sulla verifica dell’analisi statica, e alla Protezione civile regionale per stabilire se permangono le condizioni di agibilità dell’edificio. Il presidente della Provincia ha chiesto alla Regione di assicurare che alla seconda riunione della Commissione siano presenti anche i tecnici Reluis e della Protezione civile regionale». «Vorremmo che ci dicessero se la scuola può continuare l’attività a Pettino o meno», spiega il presidente della Provincia. «Altrimenti dovremmo presto trovare una soluzione».

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