L'AQUILA

Tentò di bruciare la ex, condannato a 13 anni di carcere

La donna, cosparsa di benzina dal 44enne residente a Tempera, fu salvata dai vicini

L'AQUILA. Tredici anni e 4 mesi di carcere per il tentato omicidio dell'amante che lo aveva lasciato. È la condanna inflitta a Dasmir Tairi, 44 anni, di nazionalità macedone e residente all'Aquila, nella frazione di Tempera. Il 22 luglio dell'anno scorso Tairi aveva aspettato la ex sotto casa e dopo averla cosparsa di benzina aveva tentato di darle fuoco con un accendino. Ieri il giudice del tribunale dell'Aquila, Marco Billi, riconosciuto il tentato omicidio pluriaggravato, lo ha condannato a 13 anni e 4 mesi di reclusione. Il pubblico ministero Stefano Gallo (ieri in udienza c'era il pubblico ministero Stefano Picuti, ndr) aveva chiesto 12 anni e 6 mesi. Il pm ha riconosciuto anche le aggravanti della premeditazione e dei motivi abbietti consistiti nella cessazione di una relazione sentimentale tra vittima e aguzzino.

Marco Billi, giudice del tribunale dell'Aquila

L'imputato è stato giudicato con il rito abbreviato così come richiesto dal suo difensore, l'avvocato Massimo Costantini, al fine di ottenere una diminuzione della pena (il giudizio abbreviato prevede, infatti, uno sconto di pena di un terzo). La vittima, che si è costituita parte civile, è assistita dall'avvocato Maria Teresa Di Rocco. Dal 22 luglio scorso, giorno successivo all'agguato, il 44enne si trova rinchiuso nel carcere di Rieti.

Secondo quanto riportato negli atti processuali, all'alba del 22 luglio scorso, Tairi aveva teso un agguato alla donna, mentre usciva di casa per andare a lavorare. Dopo averle versato sugli abiti un litro e mezzo di benzina, aveva tentato di darle fuoco con un accendino. Le urla della vittima, però, avevano richiamato l'attenzione di alcuni condomini scesi in strada per aiutarla, mentre lei aveva tentato in tutti i modi di difendersi. A incastrare l'aggressore, poi fuggito, sono state le telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso la scena, oltre agli abiti intrisi di benzina e un paio di accendini rinvenuti poco dopo dai carabinieri nella sua abitazione.

L'avvocato Costantini ha annunciato appello «per ottenere una sentenza più lieve compatibile con il reale andamento dei fatti e la reale volontà dell'imputato che non aveva alcuna intenzione di uccidere, ma solo di minacciare la persona offesa. Il fatto contestato è indubbiamente grave, ma meritevole di un differente inquadramento giuridico diverso dal tentato omicidio riportato nel capo di imputazione».

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