Terremoto, arrestati 6 casalesi Le mani sugli appalti post sisma

Blitz della Guardia di finanza contro il clan: la camorra mirava alle commesse per la ricostruzione e aveva trasferito all'Aquila fondi e la sede di una società. Forti rapporti con imprenditori locali, ma il gip respinge la richiesta d'arresto di Cerasoli, presidente dell'Unione cooperative dell'Aquila

NAPOLI. La camorra tentava di infiltrarsi negli appalti per la ricostruzione dell'Aquila. E' uno degli elementi centrali emerso nell'operazione della Guardia di Finanza contro i Casalesi, che ha portato all'arresto di 6 persone con l'accusa di associazione per delinquere di stampo
mafioso. Gli arrestati sono tutti imprenditori del casertano e, secondo le indagini condotte dai finanzieri del Gico del nucleo di polizia tributaria di Roma, sono il braccio economico del clan. Sequestrati beni per un centinaio di milioni di euro.

Dopo il terremoto dell'Aquila i rapporti già solidi tra imprenditori vicini al clan dei Casalesi e abruzzesi si erano ulteriormente rafforzati. L'operazione, denominata 'Untouchable', ha consentito di monitorare "in diretta" le infiltrazioni della camorra casalese nelle commesse per la ricostruzione della città distrutta dal sisma del 6 aprile 2009.

Sono state fondamentali le intercettazioni. In questo modo è stato per esempio possibile ricostruire il piano orchestrato dagli imprenditori abruzzesi e da quelli Casalesi per aggiudicarsi gli appalti. Nei colloqui telefonici gli arrestati disponevano l'invio del denaro necessario a finanziare le imprese costituite a L'Aquila, per loro conto, con il fine di aggiudicarsi i lavori per la ricostruzione.

In particolare, per ottenere appalti per la ricostruzione, era stata spostata da Frignano (Caserta) all'Aquila la sede di una società che fa capo a Michele Gallo, arrestato oggi e considerato organico al gruppo capeggiato da Francesco Bidognetti. I pm Giovanni Conzo, Raffaello Falcone e Maria Cristina Ribera, avevano anche chiesto l'arresto del presidente dell'Unione cooperative dell'Aquila, Cerasoli, ma il gip ha respinto la richiesta.

In particolare Michele Gallo, parlando con il collega aquilano chiede: "Ma voi come state situati? Riusciamo a fare i lavori, no?". L'abruzzese risponde: "Sì, sì, a farli sì, sì può fare anche per la zona di Ocre. È stata quella meno colpita". Sempre dalle intercettazioni è emerso che il clan stava cercando anche di aggiudicarsi lavori per l'autostrada Salerno-Reggio Calabria e che aveva interssi anche nel Lazio e in Toscana.

L'operazion è cominciata nelle prime ore della mattina. Sono stati impegnati circa 500 militari della Guardia di finanza di Roma coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Oltre ai 6 arresti, sono state sequestrate 21 società, 118 immobili e altri beni e valori per un ammontare complessivo di 100 milioni di euro.

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