Terremoto della Marsica 100 anni dopo, il ricordo delle 30 mila vittime

Alle 7,52 hanno suonato le campane di tutti i comuni colpiti dal sisma del 1915. Poi le commemorazioni tra dolore, ricordi ma anche uno sguardo al futuro

AVEZZANO. Il terremoto una lezione per il presente e per il futuro. Mai più L' Aquila, mai più Emilia, mai più Comuni e generazioni polverizzate. A ricordare all'Italia come sistema Paese che al primo posto deve esserci la prevenzione e la sicurezza delle case - una memoria lunga 100 anni - come dimostrò l' Abruzzo il 13 gennaio 1915 alle 7:52 e 48 secondi, quando sotto una scossa dell'11° grado della scala Mercalli si sbriciolò letteralmente l'intera Marsica e tutto il comune di Avezzano, mietendo oltre 30 mila morti. Ad Avezzano, un'unica casa rimase in piedi, ancora oggi abitata dai discendenti degli occupanti di allora, che costruirono con sistemi innovativi provenienti dall'estero.

Per una memoria che non deve finire mai hanno risuonato all' unisono alle 7:52 e 48 secondi di oggi le campane di 37 comuni e le sirene del comune di Avezzano e Celano, mentre un gruppo di escursionisti del Cai ha acceso fumogeni tricolori sul Monte Velino a quota 2.486 metri.

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leggi anche: Marsica, il sisma 100 anni dopo: il ricordo in 24 pagine speciali Il 2015 è l’anno delle cerimonie per ricordare la scossa che, alle 7.52 del 13 gennaio 1915, ha sconvolto il territorio e cambiato i connotati ai paesi

Una giornata all'insegna del sole e delle temperature rigide quella che ha accompagnato il via ufficiale alle commemorazioni del 2015 del sisma della Marsica. Al Memorial del Monte Salviano cerimonia con le autorità, civili e religiose, con la deposizione di una corona. «Il centenario - ha detto il presidente del Comitato d'onore del centenario, Gianni Letta - assume un grande significato per l'oggi e per il domani. Ritroviamo il nostro nome e il nostro impegno a preparare il futuro dei nostri figli. La memoria è la liturgia attraverso la quale la comunità ritrova la convivenza».

Un monito è arrivato dal vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, l'abruzzese 'doc' Giovanni Legnini: «L'Italia deve imparare la lezione della prevenzione» ha detto, sottolineando che: «La messa in sicurezza deve essere l' obiettivo primario dell'agire pubblico».

Il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, ha sottolineato che «la Marsica seppe rialzarsi grazie al coraggio delle popolazioni locali e a uno sforzo collettivo che oggi ci appare in tutto il suo eroismo», mentre il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, ha sottolineato l'importanza di dire no «all'improvvisazione» e che in Abruzzo «nasca una straordinaria capacità di protezione civile». Ha puntato quindi sul significato della «coesione» il presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Di Pangrazio. E dal sindaco dell' Aquila, Massimo Cialente, una provocazione: «Per ogni edificio un libretto di circolazione che contenga un tagliando per la sicurezza antisismica».

Da parte di Poste Italiane un annullo filatelico del francobollo che rappresenta nella parte alta la chiesa di S. Bartolomeo prima del terremoto, simbolo di Avezzano, mentre nella parte bassa, in grigio, le macerie della città.

Infine una messa solenne di commemorazione nella Cattedrale di Avezzano, presieduta dal vescovo delle diocesi dei Marsi, Pietro Santoro, e concelebrata dagli Arcivescovi e dai Vescovi dell' Abruzzo e del Molise, di Ascoli Piceno, di Rieti, di Sora.

Omelia del vescovo di Avezzano per i 100 anni del terremoto nella Marsica