L'AQUILA

Terremoto, giapponesi a lezione di tecniche di restauro 

Una delegazione nipponica in città per apprendere le modalità di ricostruzione e miglioramento

L’AQUILA. Sono arrivati dal Giappone, uno dei paesi con le più avanzate tecniche di costruzione antisismica, per studiare ricostruzione e restauri del patrimonio culturale aquilano colpito dal terremoto del 2009. La delegazione governativa di accademici ed esperti è stata accolta nei giorni scorsi dall'architetto Antonio Di Stefano della Soprintendenza archeologica, belle arti arti e paesaggio dell'Aquila e del cratere, diretta da Alessandra Vittorini. Finora hanno condotto i loro studi in Gran Bretagna, Francia, Germania, Stati Uniti e Nuova Zelanda, su mandato del Ministero giapponese, al fine di approfondire gli studi sulle misure adottate in altri Paesi colpiti dalle calamità. Si tratta di accademici ed esperti in rappresentanza delle Università di Tokyo Kaseigakuin, Kougakuin e Yamagata, con un funzionario della sezione giapponese dell'Iccrom (Centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali). «Abbiamo parlato dei terremoti del 2009 e del 1703», spiega Di Stefano, «ho illustrato loro il grosso quantitativo le opere d'arte presente in città e la messa in sicurezza del patrimonio storico artistico, grazie soprattutto all'aiuto dei vigili del fuoco». Particolare interesse hanno destato il castello cinquecentesco e il suo sistema di messa in sicurezza. «Sono stati meravigliati del grosso quantitativo di edifici sottoposti a tutela», continua Di Stefano, che ha accompagnato anche gli ospiti durante un giro per il centro storico. «Siamo stati a palazzo Lucentini Bonanni, a palazzo Cappa, anche all'interno, abbiamo visionato foto dell'immediato post-sisma, dove si legge bene il danno e si mettono in evidenza le criticità degli edifici. Abbiamo discusso di tecniche di miglioramento sismico, quelle del 1703 e quelle attuali. Concettualmente alcune sono molto simili, come l'incatenamento delle murature. Ho mostrato loro uno dei pochissimi interventi di isolamento sismico su edifici monumentali, a palazzo Cricchi». Quello del 9 agosto con la delegazione governativa giapponese è solo l'ultimo tra i tanti momenti di approfondimento che hanno visto la presenza della Soprintendenza, che ha presentato i propri lavori anche a Parigi e Istanbul. «Le difficoltà tecniche e gestionali affrontate e risolte fino ad oggi hanno fatto crescere una competenza e una consapevolezza notevole in tutti gli architetti, gli storici dell'arte, gli archeologi, e nel personale tecnico e amministrativo, che non può essere dispersa e che riteniamo assolutamente necessario diffondere e condividere», sottolinea la soprintendente, «soprattutto ora che il Paese si misura nuovamente con i recenti e gravissimi eventi sismici del centro Italia. Il prossimo appuntamento sarà un grande convegno a fine ottobre a Cambridge, sul sisma nelle Marche».(m.c.)