Terremoto, la rabbia dei familiari delle vittime: "Ingannati dalle rassicurazioni"

Tutte le accuse nella citazione per danni contro Berlusconi e Bertolaso: le vittime ingannate dalle rassicurazioni degli esperti, molte tragedie potevano essere evitate. La prima udienza civile non prima del 2011

L'AQUILA. «Senza quelle rassicurazioni tante tragedie si sarebbero evitate». Su una serie di dichiarazioni di questa natura, poggia la mega richiesta di danni che alcuni legali, per conto di una ventina di famiglie, hanno avanzato alla presidenza del Consiglio dei ministri. La citazione, per 22 milioni e mezzo, è stata avanzata alla presidenza del consiglio dei ministri di cui la commissione Grandi rischi e la Protezione civile sono una emanazione e organi consultivi e soprattutto operativi. Si intrecciano tante storie nella citazione e molte di questi involontari protagonisti di tragedie sono gli stessi che sono stati sentiti come persone informate sui fatti proprio nell'indagine, quella penale, sulla commissione Grandi rischi per omicidio colposo. Una ridda di dichiarazioni accorate e coincidenti.

«Mia sorella viveva da sola in via XX Settembre» racconta I.C, «e già nei giorni precedenti sembrava tranquillizzata dalle notizie diffuse dagli organi di informazione sulla non pericolosità degli eventi sismici. Era convinta che le notizie fornite dai cosiddetti scienziati fossero veritiere e non esistesse alcun motivo di preoccuparsi. Era stupita come molte persone fossero preoccupate per le scosse. Inoltre l'assenza di Bertolaso dalla riunione del 31 marzo venne da lei interpretata come un buon segno. La sera del 5 aprile, dopo la scossa delle 23 disse di essere un poco spaventata ma che avrebbbe dormito a casa». Poi la tragedia con la morte della giovane aquilana.
C'è poi la storia di una donna F.G. che ha perso i genitori anche lei in centro storico. «La sera del 5 aprile» ha raccontato «dopo la scossa delle 23 mio padre mi telefonò dicendomi di uscire di casa per raggiungerlo nella loro abitazione». L'uomo riteneva di essere al sicuro in casa essendo fatta in cemento armato. «Ma anche in ragione del fatto che giornali e televisioni rassicuravano». Una intera famiglia è stata sterminata dal terremoto in una casa crollata in via Fortebraccio. «Ritengo che i miei familiari» ha detto una superstite, L.G. «possano essere stati indotti in errore dalla superficialità con cui i cosiddetti esperti, nei giorni immediatamente precedenti le scosse, avevano scongiurato l'ipotesi del verificarsi di una scossa dalla portata distruttrice invitando invece la popolazione a restare calma e tranquilla».

«Mio padre, che viveva in centro storico» racconta A.I., «era talmente convinto da quelle rassicurazioni che ha addirittura convinto alcuni suoi conoscenti a restare nelle loro case. Per fortuna queste persone si sono salvate ma lui è rimasto ferito in modo serio e forse non tornerà mai come prima. Ci avevano detto di stare calmi ma noi siamo stati ingenui a crederci». «Mia figlia fu vittima del crollo in via Campo di Fossa» dice M.P. «e sono certa che la decisione di restara a casa la sera del 5 aprile è stata indotta dalle notizie rassicuranti circa il fatto che le scosse non sarebbero state distruttive». Anche O.T. ha perso nel sisma la sorella in via Sturzo. «Mia sorella e una sua amica, anche lei deceduta» dice «erano convonte che eravamo noi gli esagerati nell'essere apprensivi. Sono convinta che avrebbero potuto salvarsi se non fosse stato per quelle continue rassicurazioni degli esperti».

Nel ricorso, comunque, sono stati presentati anche degli studi di scienziati ugualmente autorevoli i quali hanno sostenuto tesi opposte a quelle «ufficiali» con l'intento di evidenziare che nelle valutazioni conclusive sono stati ingnorati studi importanti di altro segno. Quanto alla data della prima udienza civile, che comunque verrà fissata dal presidente del tribunale del capoluogo di regione, Giovanni Novelli; non si esclude, però, che che possa tenersi dopo febbraio 2011, data indicata dai ricorrenti.

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