L'AQUILA

Terrorismo, le intercettazioni: con loro che uccidono i nostri figli, noi uccidiamo i loro / VIDEO

Quando gli indagati commentano gli attentati del 13 novembre: «Che botta però a Parigi, eh... mi tengo la mia opinione per me e me la tengo nel cuore»

L'AQUILA. «Con loro che uccidono i nostri figli noi uccidiamo i loro figli, con loro che uccidono le nostre donne noi uccidiamo le loro donne»: sono alcune delle frasi intercettate dai carabinieri del Ros e dai finanzieri del Gico dell’Aquila, che questa mattina hanno fatto scattare gli arresti. Tra questi - 8 di origine tunisina e 2 italiana - anche l’imam della moschea Dar Assalam di Martinsicuro e una commercialista torinese. Tutti sono indagati per reati tributari e di autoriciclaggio, con finalità di terrorismo.

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Così veniva finanziato il trasferimento dei militanti terroristi in Siria
Le indagini che hanno portato a dieci arresti: la conferenza stampa di Carabinieri, Finanza a procuratore distrettuale antimafia

INDAGINI SULL'IMAM. L’indagine è coordinata e diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed Antiterrorismo, nasce nel 2015 ed è partita dalla posizione dell'Imam di Martinsicuro (che aveva espresso posizioni anti occidentali basate sull'incitamento al terrorismo. Da lì sono cominciate le indagini dei carabinieri, sviluppate a livello nazionale e internazionale che poi hanno portato alla scoperta della rete terroristica sgominata dai carabinieri del Ros e dalla Guardia di finanzia. Il dato emerge dall'intervento del comandante nazionale dei Ros, Pasquale Angelosanto, nel corso della conferenza stampa tenuta stamani all'Aquila. I fondi neri scoperti ammontano a oltre un milione di euro. L'indagine ha portato al controllo di 55 persone, all'iscrizione al registro degli indagati di 17 e all'arresto di 10.

"CHE BOTTA A PARIGI". Nelle intercettazioni si evince il radicalismo religioso degli indagati, che commentano gli attentati del 13 novembre: «Che botta però a Parigi, eh... mi tengo la mia opinione per me e me la tengo nel cuore», si sente in un’intercettazione relativa ad una conversazione tra due degli indagati in Abruzzo. «Non è la questione credere o non credere - dice uno - se ti è piaciuta o non ti è piaciuta». Parlando poi delle affiliazioni, uno degli indagati raccomanda: «In Siria ci sono vari gruppi e non bisogna unirsi al gruppo sbagliato». «I migliori sono Al Nusra e Fateh Al Islam - dice uno - che sono appoggiati da Stati come Qatar e Arabia Saudita. Ci sono altri gruppi che non si sanno comportare, Al Nusra invece è l’esercito dell’Islam, è un’organizzazione buona».

IL PROCURATORE. "Non siamo qui per spargere paura ma per garantire che qualsiasi segnale sarà verificato nell'ambito delle nostre povere capacità». Così il procuratore antiterrorismo dell'Aquila, Michele Renzo, sulla operazione che ha portato a sgominare l'organizzazione dedita ad attività antioccidentale che dall'Abruzzo aveva ramificazioni in tutta Europa. In riferimento alla pericolosità dell'organizzazione, il procuratore ha sottolineato che questa cellula terroristica è un punto di passaggio e una centrale operativa nello stesso tempo «perché la struttura e qualsiasi punto nevralgico sono punti di arrivo e di partenza di focolai di radicalismo».