Tratta di immigrati nel Fucino: in 34 davanti al giudice

Udienza mercoledì all’Aquila, gli arresti dopo l’inchiesta nel Fucino Per la Procura gli stranieri pagavano l’organizzazione per entrare in Italia

AVEZZANO. Facevano entrare stranieri in Italia in modo clandestino in cambio di denaro. Ora in 34 quattro dovranno comparire davanti al giudice del tribunale dell'Aquila per l'udienza preliminare. Si tratta dei presunti componenti di un'organizzazione criminale con sede nella Marsica. Le accuse nei loro confronti, a vario titolo, sono di associazione a delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina, truffa e falso ideologico.

L'udienza, fissata dal gup dell'Aquila, Marco Billi, si terrà mercoledì 2 ottobre. A maggio 2012 erano state eseguite 32 ordinanze di custodia cautelare, 10 in carcere e 12 ai domiciliari.

Secondo quanto emerso dalle indagini, l'organizzazione era riuscita a far entrare in Italia numerosi marocchini, che avevano pagato ingenti somme di denaro.  Tra gli accusati, oltre a cittadini marocchini residenti nella Marsica, anche diversi imprenditori agricoli e il titolare di una società di “intermediazione”, compiacente. L'indagine, coordinata dalla Dda dell'Aquila, è stata condotta dai carabinieri della compagnia di Avezzano e dalla squadra mobile del capoluogo abruzzese.

Gli imprenditori coinvolti venivano pagati migliaia di euro. Si parla di oltre 7 mila a persona, somma considerevole per un cittadino marocchino. In cambio di quei soldi venivano avviate centinaia di pratiche al fine di far ottenere ai cittadini stranieri il visto di ingresso in Italia sulla base di un fittizio rapporto di lavoro come bracciante agricolo nelle aziende compiacenti degli imprenditori coinvolti. Tra gli arrestati erano finiti anche i titolari della società cooperativa Co.Magri, già coinvolti in un'altra inchiesta svolta dai militari di Avezzano e sottoposti a misura cautelare con il «divieto temporaneo all'esercizio di impresa tramite la suddetta società, nonché allo svolgimento di uffici direttivi di persone giuridiche e imprese». Gli stranieri appartenenti al presunto gruppo criminale avevano, invece, creato una fitta rete con collegamenti in Marocco, dove esistevano precisi riferimenti operativi utilizzati per i "contatti" dai connazionali desiderosi di espatriare, curando poi i rapporti con gli imprenditori marsicani al fine di ottenere tutta la documentazione per il visto e l'impiego stagionale nelle aziende agricole, per il quale venivano controllati gli arrivi sul territorio nazionale in relazione alla consistenza dei “flussi” prevista dal ministero dell'Interno.

Pietro Guida

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