Traversi promise 4 miliardi per L'Aquila

Truffa della Fondazione vicina alla Curia, le accuse della Procura ai cinque indagati

L'AQUILA. Promise 4 miliardi per il cratere sismico il professore romano Fabrizio Traversi che tentò di estorcere 10mila euro all'imprenditore Taffo («Io di Trastevere non mi faccio fregare da un cassamortaro»). C'è anche questo nelle nuove carte della Procura della Repubblica che ha definito le accuse ai cinque indagati (vescovo compreso) nell'ambito dell'inchiesta sulla Fondazione vicina alla Curia.

QUATTRO MILIARDI. Nel capitolo dedicato al millantato credito, reato per cui la Procura vuole chiedere il processo a carico di Fabrizio Traversi e Gianfranco Cavaliere, si legge, tra le altre cose, che «in concorso tra loro», i due millantavano credito «presso il ministero dell'Economia, nella persona del ministro Giulio Tremonti, e presso la presidenza del Consiglio, nella persona del sottosegretario Raffaele Fitto, nonché nei confronti del sottosegretario Gianni Letta».

In particolare Traversi, affermando di essere stato incaricato «di fare da tramite tra Letta e Tremonti nei confronti del commissario Chiodi, nonché di disporre di un "gruppo amicale con il quale sta seguendo" la Fondazione al fine di far pervenire sul territorio del cratere fondi per un importo dichiarato di quattro miliardi di euro, otteneva», insieme all'altro indagato, «da monsignor Giovanni D'Ercole, per conto della Curia, e dall'assessore provinciale Mahmoud Srour per la Provincia, l'utilità consistita nell'adesione di questi enti alla Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo».

Un sodalizio tutt'altro che pio, stando alle carte del pm Antonietta Picardi, che afferma, poco più avanti, «società che doveva essere onlus ma che per Traversi e Cavaliere aveva fine di lucro». Le utilità ottenute, secondo l'accusa, sarebbero state i «futuri benefit che gli stessi indagati intendevano garantirsi gestendo le attività della Fondazione stessa».

TENTATA ESTORSIONE. Mentre il vescovo ausiliare D'Ercole prepara la sua difesa in relazione alla contestazione di «rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale», un altro dei reati contestati a Traversi e Cavaliere è il tentativo di estorsione ai danni di Angelo Taffo presidente di Confartigianato Abruzzo. Scrive il pm: «A seguito della richiesta di procurare una sede operativa per l'associazione Eurispes Abruzzo poi convertita nella richiesta di conferimento di 10mila euro in favore dell'associazione stessa, minacciavano Taffo di un ingiusto danno se non avesse versato la somma. In particolare Traversi, il 17 settembre 2010 e nei giorni successivi, minacciava Taffo di male ingiusto consistito in ripercussioni negative all'interno di Confartigianato, nella propria attività imprenditoriale Taffo funeral service, nei vari rapporti in essere con banche del gruppo Bper e al Comune di Poggio Picenze».

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