Traversi voleva un posto al Comune, D'Ercole: "Con te lì dentro abbiamo espugnato il forte"

La truffa con i fondi del terremoto, nuove intercettazioni del vescovo: D'Ercole si interessa di politica e si impegna per trovare un posto a Traversi (foto). E l'arrestato si vanta: "Ho una benedizione dall'alto"

L'AQUILA. «Con te lì dentro abbiamo espugnato la fortezza». Oltre ad avergli regalato l'ufficio in Curia, il vescovo ausiliare D'Ercole voleva dare un posto al Comune all'arrestato Traversi. All'epoca dei fatti, agosto 2010, il Comune nicchiava sull'ingresso nella Fondazione finita nel fango.

SENZA FONDO. Sono un pozzo senza fondo le intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali disposte dalla Procura della Repubblica e finite agli atti dell'inchiesta sulla tentata truffa, fermata proprio sul punto di consumarsi, da perpetrare attraverso la Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo nella quale, fino a un mesetto fa, i vescovi Giuseppe Molinari e Giovanni D'Ercole hanno ricoperto ruoli apicali, benché di rappresentanza, secondo quanto affermato dagli stessi presuli.

Ma l'interesse del vescovo ausiliare a mettere becco nelle vicende politiche cittadine emerge di continuo dai dialoghi intercettati dai carabinieri del Noe. Non bastano, allora, i consigli dati all'assessore comunale Stefania Pezzopane («...se entra con noi schiaccia De Matteis» e «se è intelligente lo frega») oppure gli apprezzamenti sul vicepresidente vicario del consiglio regionale («De Matteis sta cercando di apparire il grande benefattore...il salvatore dell'Aquila...per potersi vendere in campagna elettorale»).

LA FORTEZZA. Insomma, gli affanni temporali del presule riaffiorano ovunque. Dalle carte emerge come il Comune dell'Aquila - che in quella particolare fase era restio a entrare nella Fondazione, nonostante il corteggiamento condotto dai principali protagonisti della vicenda giudiziaria, compresi gli arrestati Fabrizio Traversi (ancora ai domiciliari) e Gianfranco Cavaliere (all'obbligo di dimora) - venga considerato alla stregua di una «fortezza da espugnare». Sono parole del vescovo ausiliare. La telefonata intercettata risale all'11 agosto 2010. Eccone ampi stralci. È proprio il monsignore, conduttore di un programma religioso sulla Rai, a parlare con Traversi. In quel particolare frangente il prelato immagina, forse, di trovarsi di fronte a un uomo del Dipartimento della famiglia. D'Ercole: «Ho fatto una lunga chiacchierata con la Pezzopane...per convincerla...perché lei pensa che sia una cosa di centrodestra questa Fondazione...». Traversi: «Ma come di centrodestra...ci sta pure Silvano Cappelli...che è di centrosinistra...». D'Ercole: «Mi sono fatto dare il numero (della Pezzopane, ndr), tu adesso la chiami e ci parli...dagli anche la documentazione...poi lei vuole...vorrebbe chiedere a Giovanardi...e questa sarebbe una mossa molto intelligente...un tecnico...insomma uno che gestisca tutta la situazione...la programmazione sociale qui all'Aquila...». Traversi: «Ho...ho capito, mi devo fa' da' il distacco...d'accordo». D'Ercole: «Sì, fatti dare il distacco...lo fai tu...guarda... così abbiamo guadagnato tutto...hai capito?». Traversi: «Ho capito tutto, chiamo subito». D'Ercole: «Chiama subito, così tu ti fai distaccare all'Aquila e gestisci tutto quanto...all'interno del Comune dell'Aquila. Così abbiamo espugnato la fortezza». Traversi: «Ok».

TOGLIERE IL POTERE. Il medico aquilano Gianfranco Cavaliere rivela, in un'altra intercettazione, stavolta ambientale e non telefonica, di essersi impegnato a fondo per «togliere il potere a De Matteis», come sottolinea anche il vescovo ausiliare («cioè lui si sente spiazzato e immediatamente gli avete tolto tutto il potere»). Ecco le frasi agli atti dell'inchiesta. Cavaliere: «...è questo il lavoro che abbiamo fatto fino ad adesso...». D'Ercole: «Hai capito?». Traversi: «...sai perché ce l'ha a morte con me, De Matteis?». D'Ercole: «...mmmm...perché, anche Morgante?». Traversi: «Eh sì, gli ho tolto il centro ricerche a Magliano dei Marsi». D'Ercole: «Gli hai tolto?». Traversi: «...il centro ricerche...lui ha cercato...aveva proposto...con una società collegata con la Fondazione...». Cavaliere: «...molto vicina a me personalmente...diciamo amici di famiglia...». Traversi: «Cioè si è venduto la pelle dell'orso senza avere l'orso».

IL POSTO. Ecco perché, sia come potenziale direttore generale, sia come aspirante segretario comunale, oppure più semplicemente come tecnico esperto della materia e pertanto distaccato dal ministero in quanto chiamato a gestire tutta la programmazione sociale dell'Aquila post-terremoto, il professor Traversi fa capire ai suoi interlocutori, coi quali si vantava di avere amicizie molto in alto nei palazzi romani, di avere anche «una benedizione dall'alto».

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