Traversi voleva usare tutte le diocesi di Abruzzo e Molise

Le indagine sulla fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo. Nelle intercettazioni le manovre per i fondi del turismo religioso in Abruzzo e Molise. Il vescovo D'Ercole scrive ai parroci: "Non lasciateci soli"

L'AQUILA. All'arrestato Fabrizio Traversi, fulcro della Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo, non bastava aver messo tutti e due i piedi nell'arcidiocesi dell'Aquila, dove gli era stato messo a disposizione persino un ufficio. Voleva «mettere in rete» tutte le diocesi d'Abruzzo e Molise per intercettare, oltre ai fondi Giovanardi per il sociale, anche altri quattro milioni di euro a disposizione per gli itinerari religiosi. Il progetto è svelato in un'intercettazione telefonica che si riferisce all'ennesimo colloquio tra il professore di Trastevere e il vescovo ausiliare dell'Aquila monsignor Giovanni D'Ercole.

Ecco i passi salienti che alzano il velo sul piano. Traversi: «...senti una cosa, io avevo...io ho mandato alla tua attenzione...un appunto che ho mandato a sua eccellenza Andreatta (Opera romana pellegrinaggi, ndr), che mi aveva detto di contattare...l'arcivescovo...». D'Ercole: «Si, l'ho visto». Traversi: «...eh, perché li ci sarebbe la possibilità di accedere ai 4 milioni attualmente a disposizione al ministero del Turismo per gli itinerari religiosi». D'Ercole: «Già mi pare ne avevi parlato con l'arcivescovo..è una buona cosa». Traversi: «sì, e io lì farei una cosa, però ne volevo parlare con te...perché si tratta di fare una sorta di coordinamento tra le arcidiocesi, facendo perno sull'Aquila che è quella del cratere». D'Ercole: «Sì». Traversi: «...e attraverso L'Aquila...le altre 10 arcidiocesi propongono programmi per incentivare la presenza di un turismo religioso». D'Ercole: «Quello lo facciamo».

«HAI VOGLIA A TROTTA'». Fatti due conti, in una telefonata con l'altro arrestato Gianfranco Cavaliere, Traversi esulta: «Abbiamo 36 mesi, 7 milioni d'euro: hai voglia a trottà». LA LETTERA. «Non lasciateci soli». Dopo le scuse pubbliche in piazza Duomo all'assemblea dei cittadini, il vescovo ausiliare Giovanni D'Ercole scrive una lettera ai preti. «Cari sacerdoti e comunità parrocchiali», vi si legge, «dopo giorni di sconcerto e sofferenza sento il bisogno di incontrarvi, almeno per lettera, e con voi scambiare qualche personale riflessione sull'inchiesta giudiziaria, che la tempesta mediatica ha rilanciato con forza. La Chiesa aquilana, parte offesa, è apparsa ingiustamente quasi "complice" di un tentativo di truffa ai danni della gente terremotata. L'inchiesta prosegue e mi auguro di cuore che possa appurare ogni responsabilità nell'interesse di tutti. Ma che cosa è realmente avvenuto? Avremo modo di riparlarne con calma. Mi pare che la ricostruzione più attinente alla realtà sia quella di Avvenire del 29 settembre».

«TRADITI». «Se quanto sta emergendo corrisponde alla verità dei fatti», aggiunge D'Ercole, «si tratta di un grave tradimento delle nostre buone intenzioni e della nostra buona fede. Abbiamo aderito alla creazione della Fondazione per collaborare e spingere la ricostruzione, promuovere lo sviluppo delle nostre popolazioni, soprattutto dei giovani. Lo abbiamo fatto, però, a due condizioni: la Diocesi non propone nessun proprio progetto e non intende ricevere nessun soldo. Come in effetti è stato! Allora, se è vero quanto si legge sui giornali, mentre noi pensavamo di fare spassionatamente qualcosa di utile per la gente, come si evince anche dalle intercettazioni tra il sottoscritto, Giovanardi e lo stesso Traversi, qualcuno manovrava in modo subdolo alle spalle di tutti, per altri fini ben lontani dai nostri e degli altri membri della Fondazione».

«IL CENTRO». «Potreste domandare», si chiede D'Ercole, «come mai non vi siete accorti? Difficile dare una risposta. Pur avendo ricevuto degli avvisi, vedi gli articoli del Centro, si riteneva tutto infondato non avendo mai notato, né io né altri, qualcosa anche minima di irregolare e di sospetto. Altrimenti l'intervento sarebbe stato immediato e deciso. Se saranno provate le accuse, siamo stati inconsapevolmente tutti imbrogliati, anzi proditoriamente traditi. Ma ora», invita il presule, «guardiamo avanti! Le sofferenze di questi giorni mi auguro portino a qualcosa di nuovo, "aria pulita" per la nostra Diocesi e la città. Come ha ricordato l'Arcivescovo ci dovrà essere ancor più prudenza e più attenzione per evitare ogni rischio. Bisogna però andare avanti. E insieme! Cari sacerdoti, non lasciateci soli! Quanto a me, continuerò a lavorare con passione e generosità a favore della nostra gente. Ma dobbiamo lavorare insieme. La gente deve vederci e sentirci uniti, attorno all'Arcivescovo, nell'opera della ricostruzione. Ciò che è avvenuto è lezione per tutti. La presenza unita di tutti i sacerdoti, accanto alla gente, sarà la risposta più giusta. Sia l'Arcivescovo che il sottoscritto abbiamo riconosciuto di aver riposto la fiducia in persone sbagliate e per questo, per quanto mi concerne, mi assumo la responsabilità e chiedo scusa per essermi fidato. Fortunatamente nulla è stato consumato: si tratterebbe di un presunto "tentativo di truffa" sventato dagli inquirenti. Ma occorre continuare il cammino. Dobbiamo stare insieme con la gente e tra la gente, per abbattere i muri e gli steccati delle divisioni, dei contrasti e degli scontri che sembrano paralizzare l'opera della ricostruzione. Possiamo essere anche noi sacerdoti a stimolare coraggio e perseveranza in quest'opera faticosa ma indispensabile!».

«ASSEMBLEA DEL CLERO». «La Madonna ci aiuti!», auspica il vescovo ausiliare. «Ottenga per l'Arcivescovo e per i diretti responsabili della ricostruzione della Diocesi un supplemento di luce e tanta capacità di discernimento per non incappare in altri simili problemi. Ottenga per tutti i sacerdoti quello slancio che ci aiuti a ricostruire il tessuto umano e sociale delle comunità mentre si ricostruiscono le case e le chiese. Dobbiamo condividere e realizzare insieme. Con questo spirito di dialogo e voglia di condivisione ci incontreremo nella prossima assemblea diocesana del 15 ottobre. E poi affidiamo tutto al Signore. Proprio per questo, ogni primo lunedì del mese terremo un incontro nella cappella dell'Adorazione a Cansatessa, alle 17, pregando per noi sacerdoti, le vocazioni e la ricostruzione della città. Con affetto vi saluto e vi ringrazio per aver condiviso con l'Arcivescovo e con me questo momento di amarezza, senza smarrire la speranza».

INTERROGATORI. La sfilata di personaggi eccellenti prosegue stamani con l'interrogatorio dell'indagato Mahmoud Srour, ex assessore regionale e provinciale, che comparirà davanti al pm Antonietta Picardi assistito dal suo legale di fiducia Paolo Vecchioli.

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