Tribunale, il giudice sospende il trasferimento

I 60 dipendenti hanno fatto ricorso agli interpelli del ministero della Giustizia finalizzati alla redistribuzione del personale in virtù della spending review

SULMONA. Il giudice del lavoro di Sulmona ha sospeso gli effetti degli interpelli distrettuali promossi dal ministero della Giustizia e attuati tramite la Corte d’Appello e della procura generale dell’Aquila. Gli interpelli sono finalizzati alla ridistribuzione del personale del palazzo di giustizia Sulmona in funzione della soppressione dei cosiddetti tribunali minori e della riorganizzazione degli Uffici giudiziari di cui alla legge 14 settembre 2011 n.148.

A proporre ricorso contro le procedure di interpello, sono stati i circa 60 dipendenti del tribunale di Sulmona per i quali l’accordo sottoscritto tra il ministero della Giustizia ed alcune organizzazioni sindacali non avrebbe tenuto conto della situazione dei tribunali di Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto. Nei confronti dei quattro tribunali, sebbene inseriti nell’elenco degli Uffici giudiziari da sopprimere, è vigente un emendamento parlamentare che recita testualmente: «In virtù degli effetti prodotti dal sisma del 6 aprile 2009 sulle sedi dei tribunali di L’Aquila e Chieti, il termine di cui al co.2 per l’esercizio della delega relativamente ai soli tribunali aventi sede nelle provincie di L’Aquila e Chieti è differito di 3 anni».

Secondo i ricorrenti sarebbe evidente che la chiusura di questi tribunali dovrebbe avvenire solo nel 2015. Mentre con le procedure di interpello o di mobilità promosse dal Ministero si comincerebbe a spostare il personale, a seguito di domanda dello stesso, con operatività a decorrere dal settembre del 2013. «E cosa significherebbe tutto ciò se non voler cominciare a chiudere questi tribunali di fatto?», sostengono i dipendenti. «L’importante decisione del giudice del Lavoro di Sulmona», afferma Ivana Giardini delegata sindacale della Cgil Funzione pubblica, «ha individuato e riconosciuto, con la concessa sospensiva, negli atti del ministero un grave pregiudizio lesivo dei diritti dei dipendenti, considerando anche la ristrettezza dei tempi con cui il ministero stesso sta attuando queste procedure».

La prossima udienza è stata fissata al 12 novembre. »Consideriamo questo atto», concludono dalla Cgil Fp, «un primo passo verso il riconoscimento dei diritti dei lavoratori e, nello stesso tempo, una battuta di arresto nella manovra di repentina chiusura del tribunale».

Claudio Lattanzio

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