Tribunali a rischio Si spera nell’impegno di Legnini (Csm)

Ieri il vicepresidente ha incontrato gli amministratori i giudici, i magistrati e i rappresentanti degli avvocati

AVEZZANO. Il neo eletto vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, in visita ad Avezzano per parlare di tribunale e Centenario del terremoto. L’ex vicepresidente della Commissione bilancio del Senato, originario del Chietino, ieri mattina è stato accolto da un nutrito gruppo di amministratori del Comune di Avezzano con a capo il sindaco Gianni Di Pangrazio e dal presidente del consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio. A attenderlo in municipio, anche il presidente del tribunale, Eugenio Forgillo, il procuratore Maurizio Maria Cerrato e il presidente dell'ordine degli avvocati, Sandro Ranaldi. L’incontro, cui non è stata invitata la stampa in quanto solo di natura informale, si è svolto all’interno della sala consiliare. Il sindaco Di Pangrazio si è complimentato con Legnini per «il nuovo prestigioso ruolo» e ha ribadito «la stima e l'amicizia personali e della città nei confronti del vicepresidente». «Avezzano e la Marsica», ha concluso il sindaco, «restano orfane di un’importante figura politica». L’amministrazione comunale fa sapere che l'onorevole ha mantenuto l'impegno nel comitato organizzativo del Centenario del terremoto del ‘15, mettendosi a disposizione per organizzare una manifestazione a Roma per la presentazione delle celebrazioni. Al vicepresidente del Csm è stato poi illustrata la delicata situazione del tribunale di Avezzano, a rischio chiusura. «Su 30 tribunali soppressi dalla riforma giudiziaria», ha spiegato il presidente Ranaldi, «quello di Avezzano, insieme ad altri tre, è rimasto aperto. Qui ci sono i numeri perché si debba rimanere aperti, alla luce anche della difficile fattibilità di un trasferimento all’Aquila. Non vogliamo fare nessuna polemica, ma la città dell’Aquila obiettivamente non è pronta ad accogliere tutte le persone che a oggi gravitano intorno al nostro tribunale. A noi però, di fatto, rimane solo la proroga fino al 2018».

Sul tribunale il vicepresidente ha dichiarato di «non aver cambiato la propria opinione con il mutare delle funzioni di governo. Nel rispetto della terzietà che il ruolo impone, mi adopererò per risolvere carenze e disfunzioni in tutti gli uffici giudiziari al fine di assicurarne un’efficiente funzionamento anche attraverso la ricollocazione del personale in esubero delle Province e delle Comunità montane. Il monitoraggio nazionale sugli effetti della riforma della giustizia potrebbe sortire ripercussioni positive sulla nuova mappatura della geografia giudiziaria, che attualmente prevede un sacrificio imponente all’Abruzzo passando da 8 a 4 tribunali, con evidenti scoperture nel territorio». (m.t.)

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