Tribunali, nasce il coordinamento

Intesa regionale all’Emiciclo per salvare i palazzi di giustizia abruzzesi

AVEZZANO. Istituzioni, ordini forensi e comitati territoriali danno vita a una cabina di regia, il coordinamento regionale, per marciare tutti uniti verso la conquista di un risultato storico: l'ok della Corte Costituzionale al referendum salva tribunali chiesto, prima volta nella storia della Repubblica, da nove Regioni, con l'Abruzzo capofila. Partita fissata per il 15 gennaio, giorno dell'udienza in camera di consiglio: vista la posta in gioco, nel vertice all'Emiciclo i delegati della Regione, Gino Milano ed Emilio Nasuti, i sindaci Gianni Di Pangrazio (Avezzano), Peppino Ranalli (Sulmona) e Luciano Lapenna (Vasto), i presidenti degli ordini forensi, i rappresentanti delle Province e i comitati territoriali hanno fissato la scaletta delle priorità, con in testa l'elaborazione di una memoria da presentare alla Consulta, per ribadire le ragioni e la correttezza del quesito referendario.

Linea da sottoporre al vaglio delle altre 8 Regioni in un vertice a Roma il 20 dicembre. L'azione pro-referendum, comunque, (che sta registrando adesioni anche in Sicilia, Lazio, Umbria e Toscana), viaggia di pari passo con iniziative di sensibilizzazione nei territori contro una legge bollata da più parti come ingiusta e senza fondamenta. «Quest'avventura nata da un'esplorazione mai avvenuta», ha sottolineato Milano, «apre un solco nuovo nella giurisprudenza costituzionale». Operazione che vedrà in prima linea i componenti del coordinamento regionale guidato dall'avvocato Fabiana Contestabile (presidente comitato pro referendum di Avezzano); composto da Ranalli (sindaco di Sulmona); Emanuele Laudadio (Comune di Lanciano), Mario Babbo (Comune Avezzano), Gabriele Tedeschi (presidente Coa Sulmona); Nicola Artese (presidente Coa Vasto), Sandro Sala (presidente Coa Lanciano), Sandro Ranaldi (presidente Coa Avezzano); Angela Marina Nigro (comitato territoriale Lanciano), Felicia Mazzocchi (consigliere delegato provincia L'Aquila); Agostino Barbati e Antonio Carlini (Comitato pro referendum).