Trovati arredi sacri nel sito archeologico di Alba Fucens

La scoperta nell’area del foro illustrata dalla Liberatore Maggiori particolari da una nuova campagna di scavi

AVEZZANO. Alba Fucens, uno dei siti archeologici più importanti d'Abruzzo, continua a restituirci tesori, rimasti sepolti per duemila anni. Gli ultimi, una serie di reperti di carattere sacro, sono stati rinvenuti nell'area del foro. A illustrare i risultati di questa straordinaria scoperta è stata l'archeologa Daniela Liberatore, dell'Università di Foggia, durante un incontro al Centro servizi culturale di Avezzano, organizzato da Umberto Irti, l'infaticabile presidente dell'Archeoclub della Marsica. L'Università di Foggia, dal 2007, svolge, nel settore sud-orientale del foro, scavi ai quali partecipano studenti dell'Università pugliese e di altre Università italiane. «Recentemente», ha rivelato Daniela Liberatore, «sono stati rinvenuti oggetti in ceramica nera, tipica del periodo repubblicano; coppette incise, statuette votive ed ex voto anatomici in terracotta, come un frammento di utero, una bocca e un braccio. Reperti indicativi della presenza di un edificio di culto, risalente verosimilmente al periodo della fondazione della città. Speriamo che la prossima campagna di scavi ci possa far scoprire la natura di questo tempio». La Liberatore si è soffermata sull'evoluzione urbanistica di Alba, dalla colonizzazione di Roma, nel IV secolo a.C, all'età imperiale. Nel primo secolo d.C., la città conobbe un "grande fervore costruttivo", grazie al lascito testamentario di Quinto Nevio Macrone, prefetto del pretorio di Tiberio, originario di Alba. L'archeologa ha fatto poi il punto della situazione dell'area forense, dagli scavi condotti dagli archeologi belgi (1949-1978), a quelli più recenti. Il foro, di forma rettangolare, occupava il centro dell'abitato. Era lungo 144 metri e largo 43. All'estremità nord è stato localizzato il "comizio" a pianta circolare, iscritta in un quadrato, analogo a quello di Paestum. In entrambi i siti è stata rinvenuta la statua di Marsia, simbolo delle libertà civili. Il "comizio" è sicuramente il più antico monumento della città, risalente al III secolo a.C. Sul foro si affacciavano gli edifici pubblici più rappresentativi: la basilica, dove si trattavano gli affari e si amministrava la giustizia; il macellum o mercato, e le terme. Addossato alla parete della basilica c'era il portico, che interrompeva la via dei Pilastri. Il portico copriva dei pozzetti di varie dimensioni. Sulla loro funzione si sono fatte varie ipotesi. Quella più probabile è che servissero, durante le votazioni, a creare dei corridoi per gli elettori che si recavano alle urne. Prima che venisse costruito l'anfiteatro, nel foro si svolgevano anche i combattimenti dei gladiatori. Successivamente, fu lastricato e adornato di statue, che lo abbellivano e magnificavano la grandezza di Roma. Sul lato occidentale sorgeva la schola, edificio in cui si riunivano le associazioni. Sul lato orientale c'erano le tabernae. È qui che sono stati rinvenuti i nuovi reperti.

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