Truffa ai danni del Comune ex segretaria deve risarcire

Capistrello, la dirigente è stata condannata a pagare 141mila euro Nei guai per la mancata opposizione dell’ente in una controversia civile

CAPISTRELLO. L’ex segretaria del Comune di Capistrello, Assunta D’Agostino, in carica dal 1998 al 2007, è stata condannata dalla Corte dei Conti a risarcire l’ente per 141mila euro per non averlo tutelato in una vicenda di risarcimento danni a favore di un motociclista. Il caso risale al 1995 quando Douglas D’Ascanio, percorrendo con la sua moto la strada per Filettino, a causa di una buca si era schiantato a terra, riportando danni fisici che gli hanno procurato un’invalidità del 95 per cento. Per questo, nel 2006, aveva intentato causa contro il Comune. Per una concatenazione di inadempienze, il Comune non si era mai costituito in giudizio, nonostante la notifica della citazione. Nel 2011 l’amministrazione comunale era stata condannata, in contumacia, a risarcire oltre 2 milioni, diventati circa 1 milione e 100 mila euro in seguito a una transazione tra le parti. Sulla vicenda la Procura di Avezzano aveva aperto un’inchiesta ravvisando qualche anomalia e aveva indagato, per truffa e altri reati, anche alcuni amministratori comunali che si erano susseguiti nel tempo. Secondo la perizia, disposta dal pm, era emerso che la dinamica era completamente differente da come riportata dai protagonisti. I carabinieri di Capistrello accerteranno che D’Ascanio «mentre percorreva ad altissima velocità una strada provinciale e non comunale, impennandosi con la moto, sbandava, battendo la testa contro il muro di un’abitazione e cadendo poi rovinosamente a terra». «Inoltre», sempre secondo il consulente del pm, «la richiesta di risarcimento del danno era arrivata 11 anni dopo, tempo in cui il credito vantato era prescritto. Poiché il risarcimento aveva contribuito al dissesto finanziario del Comune di Capistrello, così come ribadito dai magistrati contabili, la vicenda era approdata all’attenzione della Procura generale presso la Corte dei Conti. In seguito a indagini la Procura aveva escluso la responsabilità del sindaco e degli amministratori dell’epoca, sostenendo che la competenza per costituirsi e resistere nel procedimento intentato da D’Ascanio non fosse amministrativa e nemmeno politica. Per cui sotto processo finirono la segretaria comunale (difesa dall’avvocato Renato Simone) e la responsabile dell’ufficio amministrativo Renza Di Domenico (difesa dall’avvocato Moreno Di Cintio). Per quest’ultima i giudici hanno accolto le tesi difensive: «Non aveva competenza in ordine alla predisposizione di una proposta di delibera di costituzione in giudizio». Tale competenza, però, ricadeva sulla segretaria comunale. Questa è stata l’unica a essere condannata per il 10% dell’intera liquidazione risarcitoria, poiché i giudici hanno evidenziato «l’anomalo comportamento del Corpo di polizia municipale e comportamenti inerti, per non dire noncuranti, del sindaco, del vicesindaco e della giunta», le cui posizioni sono state archiviate dal pm contabile.

Dario Pallotta

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