Truffa vip, più grave la posizione della Carispaq

Secondo l'accusa, la banca omise alcune segnalazioni antiriciclaggio

 L'AQUILA. Si aggrava la posizione della Cassa di Risparmio nella vicenda della megatruffa da 300 milioni di euro attuata, secondo la procura di Roma, da un gruppo di operatori finanziari legati a Gianfranco Lande, più noto come il «Madoff dei Parioli». Da una relazione fatta nel 2010 dagli ispettori di palazzo Koch sui rapporti tra Carispaq e le società di Lande, è emersa la mancata indicazione agli organi di vigilanza di segnalazioni in materia antiriciclaggio da parte dell'istituto di credito.  La circostanza è stata esaminata ieri in occasione dell'audizione di un ispettore di Bankitalia, Francesco Romito, al processo in cui è imputato Lande.  Il testimone ha ricordato che furono riscontrate delle responsabilità di Carispaq e per questo motivo scattarono delle sanzioni, peraltro impugnate dalla banca davanti al Tar.  Rispondendo alle domande del pm Luca Tuscaroli, Romiti ha poi spiegato che la mancata indicazione nella relazione di un conto corrente intestato a Eim Ltd, una delle società di Lande, e chiuso 15 anni fa, dipese dal fatto che la situazione esaminata fu circoscritta all'ultimo biennio, epoca ritenuta sufficiente per evidenziare le omesse segnalazioni dell'istituto di credito secondo quanto previsto dalle norme antiriciclaggio.

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