Tumore non scoperto, maxi risarcimento

Civitella Roveto, 300mila euro dal policlinico Umberto I di Roma alla famiglia di un giovane

CIVITELLA ROVETO. I medici ritardano la diagnosi del paziente, morto poco dopo. Il policlinico Umberto I di Roma è stato condannato dal tribunale di Avezzano a risarcire di 300mila euro, la famiglia e gli eredi di un giovane di Civitella Roveto, di 31 anni, deceduto a causa di un tumore. «I fatti risalgono a maggio del 2007», spiegano gli avvocati Callisto e Berardino Terra che hanno assistito la famiglia, «quando P.L. fu accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano, a causa di forti dolori alla bocca. I sanitari, dopo aver accertato con una radiografia che il paziente aveva dei noduli di origine sospetta, lo hanno subito indirizzato in un altro ospedale specialistico e dunque al policlinico Umberto I di Roma. Al policlinico è rimasto sotto osservazione per circa quattro mesi» continuano gli avvocati «qui è stato sottoposto a numerosi accertamenti specialistici, quattro lastre, quattro tac e tre biopsie. Il tutto senza che i sanitari riuscissero a fare una diagnosi definitiva e precisa sulla strana patologia che lamentava il giovane. Intanto, il tempo passava e il viso del paziente continuava a deformarsi, con aggravamento delle sue condizioni di salute. I sanitari romani, però, continuavano a rassicurare la famiglia, nonostante le condizioni del trentunenne peggiorassero sempre di più. Così la famiglia, di propria iniziativa ha deciso di trasferirlo al policlinico Sant’Orsola-Malpinghi di Bologna, dove dopo pochi giorni è stata diagnosticata, per la prima volta, una grave forma di neoplasia. Il giovane è stato sottoposto a un’idonea terapia chemioterapica e a un intervento chirurgico. Purtroppo però, il 15 novembre 2008 il giovane è morto».

Da qui la scelta dei familiari di denunciare il policlinico romano. Il giudice Francesco Lupia, dopo la consulenza tecnica del medico legale Giuseppe Stornelli, ha accolto la tesi degli avvocati Terra. (m.t.)

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