Tutti i guai delle “case di Berlusconi”

Ondata di segnalazioni da Gignano a Cese di Preturo fino ai Map di Picenze di Barisciano

L’AQUILA. Non si contano i guai del Progetto Case. Una nuova segnalazione è arrivata al Centro da alcuni residenti nell’insediamento di Gignano.

«In via Giuseppe Bolino 4», affermano i cittadini, «dopo le innumerevoli segnalazioni riguardo al cattivo funzionamento della caldaia, stavolta siamo alle prese con un marciapiedi completamente dissestato, che ha causato anche danni fisici a una donna anziana a causa della presenza di ferri sporgenti che si sono sganciati dalla loro sede. Il problema è stato più volte segnalato, ma la soluzione non è stata ancora trovata. C’è da aggiungere, poi, che nella nostra strada, da tre anni, manca la luce. Eppure, quando riceviamo le bollette, che regolarmente paghiamo, notiamo la dicitura “illuminazione pubblica”. Ovviamente si tratta di un servizio che noi non riceviamo. Questa situazione è ormai nota a tutti gli enti interessati e ai gestori della manutenzione e degli altri servizi, che devono prendere al più presto provvedimenti». Senza contare le siringhe trovate a Paganica 1. A Cese di Preturo alcuni assegnatari segnalano la presenza di «macchinoni» nei garage, che spesso occupano il posto per i disabili. «Sono macchine da 60mila euro», dicono, «oltre a moto di grossa cilindrata, che appartengono a inquilini stranieri. Ci chiediamo come mai queste persone, che possono permettersi di acquistare auto così costose, siano al Progetto Case».

Nelle abitazioni provvisorie post-terremoto ci sono anche seri problemi di convivenza. A segnalare una situazione di questo tipo è una donna che vive nei Map a Picenze, frazione del comune di Barisciano. La donna segnala la presenza di vicini rumorosi, che amano fare le ore piccole. «Una notte mi sono svegliata credendo ci fosse un altro terremoto. Corro fuori e vedo la macchina partire con lo stereo a tutta birra. Ho aspettato che tornassero e ho detto loro che noi la mattina ci dobbiamo alzare presto. Dopo tutto questo, la notte di Ferragosto ho ricevuto anche delle minacce. Mi hanno anche mandato a dire che avrebbero appiccato il fuoco al mio Map. A quel punto ho fatto intervenire i carabinieri». I militari sono intervenuti due volte per riportare la calma.

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