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Un libro di Roberta Alonzi su Stalin e l’Italia (1943-1945)

SAN VINCENZO VALLE ROVETO. Il volume “Stalin e l’Italia (1943-1945), diplomazia, sfere di influenza, comunismi”, di Roberta Alonzi, è stato presentato a Roma, nella prestigiosa sede dell’Istituto...

SAN VINCENZO VALLE ROVETO. Il volume “Stalin e l’Italia (1943-1945), diplomazia, sfere di influenza, comunismi”, di Roberta Alonzi, è stato presentato a Roma, nella prestigiosa sede dell’Istituto Luigi Sturzo. L’interessante lavoro, che è frutto di una lunga ricerca presso gli Archivi di politica estera della Federazione russa, nella sede storica di Mosca, fornisce una nuova chiave interpretativa della politica staliniana e i rapporti con il Partito comunista italiano. L’autrice, studiosa di storia delle relazioni internazionali, si pone in antitesi col pensiero storico contemporaneo che ha codificato la volontà egemonizzante alla base di ogni interesse staliniano nei confronti del nostro Paese. Scardinando infatti, proprio questo assunto, Roberta Alonzi dimostra che Stalin non aveva mire sull’Italia ma mirava a un’Italia politicamente stabile, non neutrale, ma indipendente. La realtà del controllo militare alleato sulla penisola contraddiceva tale visione. La condotta anglo-americana rallentava la guerra con la Germania e metteva in pericolo l’instaurazione della democrazia in Italia, concepita in termini di antifascismo ma non di sovietismo. Con la ripresa delle relazioni dirette, Mosca indicava al governo italiano un preciso percorso per il dialogo bilaterale. Il volume è stato presentato a Mosca il 9 ottobre scorso all’Istituto italiano di cultura, riscuotendo successo di pubblico e critica. È intervenuto il professor Valerij Ljubin, politologo e storico di fama internazionale dell’Accademia delle scienze russa. Relatori sono stati Maria Clara Castelli (La Sapienza) e Franceco Malgeri (Lumsa e Sapienza). Ha moderato l’ambasciatore Luigi Vittorio Ferraris. Roberta Alonzi, marsicana, è dottore di ricerca in Storia, istituzioni e relazioni internazionali dei Paesi extra-europei.

Paolo Guadagni

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