Un processo su cinque s’impantana

Prescrizione, nel distretto abruzzese in malora il 20% dei procedimenti. Le cause: pochi magistrati e cancellieri

L’AQUILA. L’incidenza della prescrizione sembra incidere sempre di più nei processi nel distretto abruzzese. Uno su cinque si arena. Secondo una statistica del Sole 24 Ore (su dati ministeriali) quasi il 20 per cento dei processi va in prescrizione. Il distretto aquilano è all’undicesimo posto nella graduatoria nazionale, quindi in alto. Secondo il ministero certi ritardi sono in generale causati dalla cattiva gestione delle risorse ma, almeno per l’Abruzzo, per l’ex presidente della Corte, Stefano Schirò, da poco passato ad altro incarico, le ragioni sono ben altre come ebbe a dire a fine gennaio scorso in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a fronte, va messo in evidenza, di una diminuzione delle pendenze. «Non deve tacersi» disse, «che un forte ostacolo alla più alta efficienza del controllo della legalità e alla riduzione dell’arretrato e dei tempi dei processi deriva dalle gravi carenze delle piante organiche degli uffici giudicanti». «Per quanto riguarda i magistrati», aggiunse, «gli uffici giudicanti del distretto, su un organico di 142 magistrati, presentano nove “vacanze”, una scopertura maggiore di altre Corti».

Ben maggiore l’indice di scopertura del personale amministrativo della Corte d’Appello che sfiora il 27 per cento. «Si tratta», disse Schirò, «di un valore superiore al dato nazionale che è del 17,94 per cento. Aggrava la situazione un dato specifico abruzzese. Le esposte situazioni di carenza non hanno avuto un’adeguata considerazione in occasione delle determinazioni ministeriali succedutesi per fronteggiare le carenza di personale amministrativo».

All’Aquila, in particolare, soprattutto quanto ai processi e inchieste del post-sisma, tranne quelli sui crolli (non tutti) e la “Grandi Rischi”, per il resto saranno pochi quelli che arriveranno al terzo grado di giudizio per via della prescrizione.

«Se molti procedimenti vanno in prescrizione», commenta Gianluca Totani, presidente della Camera Penale, «non è certo colpa dei giudici di appello. La verità sta nel fatto che le indagini preliminari durano troppo e poi non è possibile rimediare. Talvolta di certi procedimenti si perde il ricordo e poi rispuntano. Gli avvocati qui non hanno nessuna colpa visto che se ottengono rinvii la prescrizione non va avanti. E allungarne i termini servirebbe solo a differire i problemi».

All’Aquila, poi, ci sono posti chiave vacanti da mesi: Procuratore e presidente di Corte d’Appello. Sul presidente del tribunale pende un ricorso vinto da altro magistrato e si è in attesa della decisione del Consiglio di Stato. E in arrivo ci sono pensionamenti, trasferimenti e maternità.

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