Una corsa contro il tempo per riaprire il tribunale

Giudici e avvocati si incrociano nei corridoi con gli operai impegnati nel trasloco Sulle scrivanie scatoloni colmi di atti. Domani s’inizia con l’incubo dei parcheggi

L’AQUILA. Una cosa accomuna gli uffici giudiziari (provvisori) di Bazzano e quelli del ristrutturato palazzo di giustizia di via XX Settembre: ovunque scatoloni pieni di fascicoli o suppellettili e un viavai non tanto di uomini di legge in toga, quanto di operai di ditte di traslochi in tuta.

Gli uffici di Bazzano sono quasi svuotati. A dare una mano a portare via i fascicoli nella corsa contro il tempo anche qualche addetto ora in pensione, ma tornato a sostenere i colleghi in un’operazione estremamente complessa che difficilmente si completerà radicalmente entro domani, data della ripresa delle attività.

Del resto, fino a ieri mattina si sono svolte a Bazzano le ineludibili udienze del Riesame mentre per gli uffici Unep il trasloco è ancora più complesso visto che dovranno essere trasportati non solo gli atti ma anche i mobili (vecchi). Per il resto, invece, il mobilio è stato quasi tutto rinnovato.

Oggi (tribunale di sorveglianza a parte), gli uffici di Bazzano saranno una landa desolata ancor più di ieri, dopo che sono andati via gli ultimi furgoni stracolmi di roba.

Fervore e curiosità tra i corridoi del “nuovo” palazzo. I cambiamenti sono tanti rispetto al periodo pre-sisma e anche le disposizioni delle aule sono cambiate. Difficilmente chi entra per la prima volta dopo la ristrutturazione riesce a orientarsi. In tanti sono spaesati: mancano cartelli e indicazioni in quel dedalo di corridoi e stanzoni articolati su tre piani. Per fortuna la segnaletica è stata fatta, ma si è in attesa che i cartelli vengano sistemati.

Anche qui dominano gli scatoloni poggiati sulle scrivanie e quasi non sembra possibile che già domani si riesca a iniziare l’attività giudiziaria con l’avvio dell’importante udienza preliminare che vede imputato l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Istanze di rinvio, al momento, non se ne vedono.

Le aule di udienza sono belle e ariose. L’aula magna è addirittura imponente ed estremamente spaziosa. Al punto che potrebbe ospitare i grandi processi per mafia che si celebrano in altri distretti. Insomma, l’ideale come teatro per quei processi di risonanza mondiale come Grandi Rischi o Casa dello studente, che, invece, si sono tenuti in una sorta di Map blu più adatto per i processi per furti di galline o abigeato.

Del vecchio palazzo, che fu oggetto di un grosso incendio negli anni Novanta, resta poco. A cominciare dal colore dominante che è il bianco. Non a tutti piace. «Mi sembra di stare in un ospedale», ha commentato un avvocato che proprio domani sarà presente per il caso Bertolaso. Ma qualcosa in ricordo del sisma e, dunque, del passato, c’è. Si tratta di un pezzo d’arredo che si è staccato dalla parete per le scosse e che è stato posizionato nell’androne del palazzo in ricordo di quello che fu.

Una nota dolente potrebbe essere rappresentata dai posti auto. Ce ne sono meno di prima, anche se sono diminuiti i dipendenti rispetto al pre-sisma quando erano lì anche una ventina di addetti della Sorveglianza e la Corte d’appello e la Procura generale. Ma il responso si avrà soltanto ad attività giudiziaria avviata.

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