Una proroga per Bertolaso, sì dei sindaci

Dai Comuni del cratere la richiesta di prolungare la presenza della Protezione civile.

L’AQUILA. Il capo della Protezione civile Guido Bertolaso ha ribadito ieri che la sua missione all’Aquila terminerà - come da programma - il 31 dicembre. Ma nei comuni del «cratere» si discute sull’opportunità di una proroga. Un dibattito che ha preso spunto dall’editoriale, pubblicato domenica scorsa, del direttore del Centro Luigi Vicinanza. «Qui abbiamo ancora bisogno della Protezione civile» ha detto Luciano Giannone, sindaco di Lucoli, «perché ci attende un grande lavoro. Sarà necessario fare chiarezza su molti aspetti legati alla ricostruzione e in particolare al problema delle seconde case. Ma, chiarimenti a parte, la Protezione civile è per le amministrazioni locali un punto di riferimento ancora essenziale. Allo stesso tempo, credo che la giustificazione per una eventuale proroga non può essere quella di possibili divisioni in vista delle elezioni provinciali.

Al di sopra della politica ci sono, infatti, le esigenze dei cittadini che aspettano la ricostruzione». Per Antonio Tarquini, sindaco di Tornimparte, appare positiva la proposta di far slittare di qualche mese l’uscita di scena di Bertolaso. «Il commissario è una persona che riesce a tenere insieme tante situazioni difficili. Sa bene cosa fare e sarà ancora di aiuto al comprensorio. Una proroga può andar bene. Con Bertolaso abbiamo avuto tanti confronti e dovremo proseguire su questa strada, magari con proposte chiare. Ma sono convinto che il terremoto non verrà strumentalizzato dalle forze in campo per le elezioni provinciali che si terranno a marzo». «Credo che gli enti locali sapranno lavorare in sinergia per la ricostruzione» ha commmentato Pierluigi Biondi sindaco di Villa Sant’Angelo, «ma la presenza della Protezione civile potrà esere ancora utile, perché funge da guida e sostegno e assicura unitarietà, procedure e azioni.

Personalmente ho sempre avuto un rapporto paritario con Bertolaso e la sua struttura. Ma ritengo che i veri problemi arriveranno dopo il 15 novembre, quando dovrà essere gestita la fase della sistemazione degli sfollati e bisognerà individuare le linee guida per la ricostruzione. Quindi la presenza di Bertolaso servirà ancora, ma gli va affiancata una più forte leadership della Regione che dovrà svolgere un ruolo di coordinamento. In quanto alle elezioni provinciali, tutto dipenderà dai protagonisti di quella campagna eletttorale e dalla loro capacità di non strumentalizzare il terremoto». Ha poca voglia di parlare il sindaco di Poggio Picenze Nicola Menna. «Dico solo che, nell’interesse delle popolazioni, ben venga la permanenza di Bertolaso perché ha lavorato bene. Ma questo non mi sembra comunque un tema così importante. Abbiamo tanti problemi e questo non è tra quelli su cui aprire un dibattito».

Fortemente critico - ma con il Governo - Mauro Fattore, primo cittadino di Fagnano Alto. «Sembra che qui il terremoto non c’è mai stato. Eppure abbiamo paesi interamente crollati, come la frazione di Vallecupa. Ma di noi non si parla. Nessuno è venuto a farci visita e i fondi sono rimasti tutti altrove. Bertolaso è una persona sulla quale poter contare, l’unico che ci è stato vicino. Andare via nella fase più delicata dell’emergenza è un rischio. Siamo tutti in difficoltà e credo che, a prescindere dalle elezioni, Bertolaso dovrebbe restare ancora. E dico elezioni a parte perché spero che nessuno faccia sciacallaggio politico sul terremoto. Io in questi cinque mesi non ho ricevuto visite e telefonate da governatori e governanti nazionali. Abbiamo fatto tutto da soli, con l’aiuto della Protezione civile».