Una ricerca: dopo il terremoto più casi di sindrome metabolica

Pubblicati i risultati di uno studio su 278 pazienti aquilani che conferma l’aumento della patologia evidenziate alterazioni a livello fisico che possono elevare il rischio di diabete e infarto

L’AQUILA. Perdere la casa nel terremoto, essere costretti a vivere in tendopoli o in hotel può accrescere il rischio di sindrome metabolica e complicanze cardiovascolari: una ricerca nata dalla collaborazione tra Università D’Annunzio, Laboratori di ricerca della «Fondazione Giovanni Paolo II» di Campobasso e i farmacisti volontari della Protezione civile mostra come stress e cambiamenti di abitudini abbiano avuto effetti non solo psicologici sull’organismo di 278 aquilani che si sono sottoposti volontariamente allo studio.

Pubblicato sulla rivista «Nutrition, metabolism and cadiovascular diseases», lo studio è il risultato di una ricerca scientifica condotta all’Aquila nei mesi successivi al sisma del 2009. Medici e farmacisti a bordo di un camper hanno visitato la zona dell’emergenza offrendo analisi e misurazioni di peso, circonferenza addominale, colesterolo, glicemia, pressione arteriosa, abitudini alimentari. Informazioni poi messe a confronto con quelle ottenute in popolazioni non colpite da catastrofi, in particolare i partecipanti al Progetto Moli-sani, condotto in Molise. «I risultati», dice Assunta Pandolfi, direttore dell’Unità operativa di Fisiopatologia vascolare del Dipartimento di Scienze sperimentali e Cliniche nell’Università D’Annunzio di Chieti, «mostrano come il gruppo studiato presenti una percentuale più alta di sindrome metabolica. La prevalenza di tale quadro nel campione di aquilani è risultata del 50%, contro un 30% dello studio Moli-sani e un 27% rispetto ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità relativamente alle popolazioni del centro-sud e isole».

La sindrome metabolica, che colpisce circa 14 milioni di italiani , non è una singola patologia, ma un insieme di alterazioni antropometriche e del metabolismo che possono elevare il rischio di diabete e malattie cardiovascolari. I fattori coinvolti sono: livello di trigliceridi superiore alla norma; livello troppo basso di colesterolo Hdl (quello cosiddetto «buono»); pressione arteriosa superiore al normale; livello di glicemia a digiuno superiore al normale; accumulo di grasso nella zona addominale. Se una persona presenta almeno tre di queste alterazioni, allora la sindrome metabolica è presente.

Ma non è questa l’unica malattia in crescita nella popolazione aquilana dopo il terremoto. Infatti sono stati riscontrati aumenti di molteplici patologie di natura psichiatricasoprattutto in tema di depressione ma anche aumenti di patologie collegate con il cattivo funzionamento delle tiroide.

Nulla di strano visto che anche altri studi fatti in occasioni di altri eventi calamitosi, pur lontani nel tempo, hanno lasciato analoghi sintomi sulle popolazioni colpite.

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