Una squadra di operai, tecnici e restauratori

Una squadra di 25 persone tra architetti, tecnici, operai edili e restauratori lavora al recupero di Palazzo Ardinghelli, l’edificio gentilizio che sorge sulla piazza di Santa Maria Paganica. L’appalt...

Una squadra di 25 persone tra architetti, tecnici, operai edili e restauratori lavora al recupero di Palazzo Ardinghelli, l’edificio gentilizio che sorge sulla piazza di Santa Maria Paganica. L’appalto da nove milioni (finanziamenti che provengono da governo russo, ministero Beni culturali e 8 per mille) è stato vinto da un’associazione di tre imprese: Archeores di Avezzano, Meg di Teramo e Mimac, anch’essa abruzzese. Berardino Di Vincenzo è il responsabile del procedimento e della sicurezza, mentre Giuseppe Di Girolamo è direttore dei lavori. Un edificio di 1627 metri quadrati calpestabili, costituito da un sotterraneo, un primo e un secondo piano. I lavori, divisi in quattro momenti, sono partiti il 29 novembre 2011 e si concluderanno tra un anno. La prima operazione è stata togliere l’intonaco e mettere a nudo la struttura, intervento che ha permesso di mettere in luce la storia e la natura dell’edificio, costituito da aggiunte, porte aperte e poi richiuse, armadi ricavati nelle pareti e camini con grandi camere interne alle mura, che hanno trasformato il palazzo in una vera e propria groviera, indebolendolo. Di qui, i danni molto significativi causati dal sisma di cinque anni fa: il palazzo ha subìto il ribaltamento delle pareti del cortile, con il crollo parziale del porticato oltre a danni all’apparato dei saloni dovuti al crollo in diversi punti della copertura. La ditta appaltatrice ha allestito un laboratorio di restauro dentro al cantiere, dove vengono ricostruite parti del palazzo ed elementi decorativi, comprese le finestre. Al fianco degli operai, infatti, lavorano anche alcuni restauratori. Particolarmente delicato è il recupero del dipinto del Damini, il cui restauro vero e proprio avverrà soltanto nella parte finale dei lavori. (m.g.)