«Vecchie tegole di eternit vicino a impianti sportivi»

Tagliacozzo, protestano i residenti che hanno chiesto l’intervento del prefetto Chieste al sindaco la rimozione immediata del materiale e una bonifica

TAGLIACOZZO. Una bomba ecologica, a ridosso del campo da tennis e dello stadio “Leo Attili”, che mette a serio rischio la salute dei cittadini di Tagliacozzo.

Si tratta di capannoni industriali, con tegole di eternit, dismessi da anni. Col tempo l’eternit si è deteriorato e l’amianto che vi si sprigiona, quando spira il vento, finisce nei polmoni delle famiglie che abitano nelle vicinanze. Non solo. L’amianto, data l’esigua distanza degli impianti sportivi dai capannoni, può depositarsi sul terreno di gioco del campo da tennis e di calcio, frequentati anche da bambini. Il problema esiste da anni. Ma della sua gravità nessuna istituzione pubblica finora sembra essersi resa conto. A cominciare dal Comune. Né le interrogazioni in consiglio né le proteste delle famiglie che abitano di fronte ai capannoni hanno spinto la giunta e il sindaco Maurizio Di Marco Testa a prendere provvedimenti. Cosa si aspetta ancora? Che la gente si ammali? I capannoni in questione sono la punta dell’iceberg. Se i vigili urbani si facessero un giro per il centro abitato, scoprirebbero che esso è pieno di tettoie coperte di eternit in disfacimento. Oltre a pensare alle multe per rimpinguare le casse, il Comune di Tagliacozzo si preoccupi anche della salute dei cittadini. Si censiscano, senza ulteriori indugi, gli stabili con tegole di eternit e si dia ai proprietari un mese di tempo per provvedere alla bonifica. Se non dovessero farlo, provveda lo stesso il Comune e addebiti loro le spese. Margini per temporeggiare, comunque, al sindaco, ne sono rimasti pochi anche perché si tratta di un caso irrisolto ormai vecchio.

Alla vigilia di Ferragosto, infatti, una delegazione di cittadini, che qualche mese fa hanno promosso una raccolta di firme, è stata ricevuta in prefettura.

Il vice capo di gabinetto, dottoressa Marialaura Liberatore, alla quale la delegazione ha prospettato il grave problema, ha assicurato un intervento del prefetto Francesco Alecci. In causa verranno chiamati sia il Comune di Tagliacozzo che l’Asl.

Se non saranno presi subito provvedimenti, non è escluso che ci si rivolga anche alla magistratura.

«La bomba ecologica, che pende come una spada di Damocle sulla testa dei cittadini di Tagliacozzo», dicono al riguardo alcuni residenti, «va disinnescata prima che la popolazione ne paghi le conseguenze ammesso che non sia già troppo tardi».

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