Velino-Sirente, gli ecologisti non mollano

Il presidente di “Appennino Ecosistema”: solo se diventa Parco nazionale si potrà gestire lo sviluppo

L’AQUILA. In merito all’articolo “I parchi vanno solo gestiti bene” pubblicato nei giorni scorsi sul Centro, che riporta l’intervento dell’ex sindaco di Rocca di Mezzo Emilio Nusca, sulla gestione e sul futuro del Parco regionale Velino-Sirente, il presidente di “Appennino Ecosistema” Bruno Petriccione torna a sostenere la necessità che l’area protetta diventi un Parco nazionale. Proposta già lanciata dallo stesso Petriccione a fine febbraio scorso, attraverso un documento sottoscritto a nome della neo-costituita associazione “Appennino Ecosistema” fondata da 150 soci.

«Il parco naturale regionale Sirente-Velino», ricorda ancora lo stesso Petriccione, «istituito nell’ormai lontano 1989, non è mai entrato compiutamente nella necessaria operatività, comportando soltanto vincoli subiti passivamente dalla popolazione».

«Dopo quasi trent’anni», prosegue il documento, «ancora non è stato approvato il Piano del Parco (nonostante sia stato redatto da decenni e sia anche stato successivamente aggiornato), che avrebbe potuto lanciare una gestione del territorio scientificamente fondata e adeguata da un lato alle sue qualità ecologiche e dall’altro alle attività umane con queste compatibili. Di fronte all’incapacità di gestire un’area così importante e vasta da parte dell’amministrazione regionale abruzzese, che si è mostrata assolutamente inadeguata allo scopo, non riuscendo neppure ad approvare il Piano del Parco e mutandone più volte i confini senza seguire alcun criterio scientifico e che ripropone di volta in volta riforme peggiorative e parziali, occorre cambiare strada. L’unica via possibile per garantire la necessaria protezione agli ecosistemi e alle specie del grande massiccio del Velino-Sirente e insieme la possibilità di perseguire un tranquillo sviluppo delle attività turistiche e sportive nei luoghi opportuni (senza per questo determinare la perdita o il danneggiamento dei delicati ecosistemi delle nostre montagne) appare quella di trasformarlo in un grande Parco nazionale, da gestire con un approccio integrato e scientificamente fondato. L’istituzione del Parco nazionale del Velino-Sirente, oltre a garantire la conservazione del suo immenso patrimonio di biodiversità, consentirebbe di procedere alla gestione razionale del territorio, attraverso una zonazione che sottoponga alla massima tutela le aree A e B, dove sono presenti ecosistemi e specie di elevatissimo valore e liberalizzi gli usi tradizionali e turistici nelle aree C di “pre-Parco”, dove gli ecosistemi sono meno sensibili e di minore valore».