Viadotti A24-A25, assolta Strada dei Parchi 

Il processo a Toto, Ramadori, Lai e Rapposelli per la mancata manutenzione. Il giudice: «Il fatto non sussiste»  

L’AQUILA. È la prima sentenza, la più attesa. Non solo perché può trascinarsi tutti gli altri processi aperti nei tribunali abruzzesi sulla sicurezza dei viadotti delle autostrade A24 e A25. Ma anche perché può aprire un varco nella gestione delle due arterie da parte dell’Anas. Il tribunale dell’Aquila ha infatti assolto i vertici del gruppo Toto e della collegata Strada dei Parchi – cioè chi ha avuto in mano la concessione di A24 e A25 fino al luglio scorso – perché «il fatto non sussiste». In altre parole: nessuna responsabilità di tutti e quattro gli imputati – cioè Carlo Toto, Cesare Ramadori, Igino Lai e Gianfranco Rapposelli – sull’ammaloramento di ponti e rampe del tratto aquilano. Le motivazioni della sentenza saranno diffuse fra 90 giorni. Ma un ruolo potrebbe averlo avuto la perizia dell’esperto Bernardino Chiaia – unica ad essere stata redatta sui viadotti di A24 e A25 su richiesta di un tribunale abruzzese – che aveva sancito il fatto che la sicurezza dei viadotti non è stata mai in discussione.
LA RICHIESTA E L’ASSOLUZIONE
La sentenza con rito abbreviato della giudice per le udienze preliminari dell’Aquila Guendalina Buccella è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri, alla fine di una lunga giornata in tribunale. In mattinata il pm Fabio Picuti, in aula insieme al procuratore capo Michele Renzo, nella sua requisitoria aveva chiesto, per tutti gli imputati, due anni di reclusione per inadempimento e frode nei contratti di pubbliche forniture e l’assoluzione per attentato alla sicurezza dei trasporti. Il Gup li ha invece assolti con formula piena per tutti i reati. I quattro vertici erano stati rinviati a giudizio al termine dell’inchiesta scaturita dal crollo del ponte Morandi di Genova, per la responsabilità nelle mancate manutenzioni a viadotti e rampe aquilane derivante dal loro ruolo societario: Toto come proprietario della Toto Holding e di Strada dei Parchi, Ramadori in quanto allora amministratore delegato di Sdp, Lai come direttore generale di esercizio della stessa azienda e Rapposelli in quanto amministratore delegato della Infraengineering società che fa parte dello stesso gruppo.
LE REAZIONI
«La sentenza, anche alla luce delle perizie, ci lascia sorpresi. Attendiamo di poter leggere le motivazioni che hanno portato il giudice a dare l’assoluzione con una formula così ampia», commenta Domenico Giordano, avvocato di Cittadinazattiva, una delle parti civili nel processo all’Aquila. Per l’avvocato Augusto La Morgia, uno dei difensori di Toto e Ramadori, invece, il tribunale ha accertato che non c’è mai stato un pericolo di sicurezza per l’autostrada néper la tenuta degli impalcati, che i vertici della società non hanno mai commesso condotte fraudatorie in danno del ministero e che la società non è mai stata inadempiente rispetto agli obblighi disposti. «Posso solo dire grazie alla giustizia», ha detto all’uscita dal tribunale lo stesso Ramadori.
LE CONSEGUENZE
Una reazione, più di tutte, fa capire la potenziale portata della sentenza. È quella del gruppo. «Toto Holding esprime soddisfazione per l’assoluzione nel processo sui viadotti dell’A24 al tribunale dell’Aquila», scrive, continuando: «Viene così riconosciuta la correttezza del comportamento da parte di Strada dei Parchi nella gestione di A24, che ha sempre garantito la sicurezza dell’autostrada, senza venir mai meno agli obblighi derivanti dal contratto della concessione autostradale». E ancora: «Inoltre questa sentenza cancella gran parte delle supposte motivazioni che il precedente governo aveva utilizzato per giungere alla immotivata decisione di revoca per legge della concessione di A24 e A25 a Sdp, legge che di recente il Tar del Lazio ha rinviato al giudizio di legittimità della Corte Costituzionale. Si attende ora con fiducia l’esito degli analoghi procedimenti in corso nei tribunali abruzzesi». I riferimenti sono alla battaglia sulla concessione, tolta a luglio a Sdp e assegnata all’Anas, ma anche agli altri processi in corso in Abruzzo per la sicurezza dei viadotti di A24 e A25: quello di Teramo, che il 16 marzo vedrà la requisitoria della procura e il 30 la sentenza, poi quello di Pescara e quello di Sulmona. Insomma, quella aquilana è una puntata cruciale di una vicenda giudiziaria ancora tutta da scrivere.
©RIPRODUZIONE RISERVATA