Vittima di usura, la casa va all’asta

Il giudice nega la proroga a una commerciante di Avezzano, sono tre gli imputati alla sbarra

AVEZZANO. “Stritolata” dagli usurai ora rischia di perdere anche la casa. E non è la sola a essere rimasta vittima di una società a responsabilità limitata, nata con lo scopo di raggirare persone in stato di bisogno. I prestiti venivano concessi con tassi d’interesse annui che da circa il 110% arrivavano fino al 2.564,53%. A cadere in un vero e proprio vortice, da cui non è più riuscita a venir fuori, è una donna di Avezzano, R.D.B. di 50 anni, la cui casa, il 26 febbraio sarà messa all’asta. La donna, proprietaria di una attività commerciale, è finita in un giro di usura, per cui è tutt’ora in corso un procedimento penale, pendente dinanzi al tribunale di Avezzano. Imputati nel processo, per cui è attesa la prossima udienza giovedì 3 aprile, sono Walter Forte, 64 anni di Avezzano, Sabrina Pannacci, 46enne di Perugia, e suo marito Mauro Baglioni, anch’egli di Perugia (48). I primi due avevano un compito all’interno della società Laif-Lb, Baglioni è titolare della ditta Edil Grifo. Tutti ora risultano imputati per i reati di associazione a delinquere e usura. Altro imputato, che dovrà rispondere di “favoreggiamento reale” è Sante Venditti (46), avezzanese.

All’epoca dei fatti, che risalgono al periodo compreso tra il 2004 e il 2008, era funzionario di una banca di Avezzano. Nel 2010, R.D.B. si è rivolta ai tre imputati per chiedere un prestito. Insieme a lei altre 10 persone di cui sette gestori di due noti ristoranti della Marsica. La donna, per pagare gli alti interessi del prestito, è stata costretta ad accendere un mutuo in un istituto di credito avezzanese per circa 120mila euro. Ma non è mai riuscita a sostenerlo perché intanto il tasso di interesse continuava a salire. R.D.B., difesa dall’avvocato Alfredo Iacone, è stata ammessa dalla prefettura dell’Aquila al fondo delle vittime dell’usura. Allo stesso tempo la donna ha chiesto aiuto anche all’associazione Jubilaeum di Avezzano, guidata da don Antonio Salone.

Così, il primo giudice dell’esecuzione che ha curato il procedimento in cui la donna di Avezzano risulta vittima, le aveva concesso una sospensiva del mutuo di 300 giorni. Oggi la donna, tramite l’avvocato Iacone, ha chiesto un’ulteriore sospensiva, ma nel frattempo la legge è cambiata e il giudice Francesca Proietti non ha concesso una proroga. Stando così le cose il 26 febbraio la casa della donna sarà messa all’asta.

Magda Tirabassi

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