Vivevano in locali inagibili

Scoperti dalla polizia in via Tradardi e sulla statale 17.

L’AQUILA. Sedici stranieri, marocchini e tunisini, oltre a un italiano, sono stati sorpresi mentre dormivano in un capannone dove in passato vi era un supermercato, sulla statale 17, a Sant’Antonio, e in via Tradardi in locali già sede della discoteca «Studio 81». L’iniziativa che ha portato alla scoperta di queste persone è stata una operazione di polizia avviata nell’ambito di servizi straordinari di controllo sul territorio da parte del questore, Filippo Piritore, con il personale dell’ufficio volanti coordinato dal dirigente Paolo Pitzalis. L’operazione aveva come scopo la prevenzione dei furti ma gli agenti, al momento dell’irruzione nei locali, si sono trovati di fronte una scena davvero inattesa. I locali, inagibili in seguito del terremoto del 6 aprile erano privi dei minimi requisiti igienico e sanitari, non risultano idonei, sia a livello strutturale che di abitabilità, al soggiorno e alla residenza stabile.

Gli abusivi li avevano adattati con materassi, cartoni e pannelli di polistirolo allo scopo di creare dei giacigli per trascorrervi la notte. All’interno sono state trovate anche delle stufette elettriche. Sembra, sulla scorta di alcune valutazioni degli investigatori e dalle ammissioni di quelle persone che soggiornassero già da diversi giorni in quei locali. Le persone trovate in quei locali sono state accompagnate tutte presso gli uffici della questura che ora si trova all’interno della caserma «Generale Rossi» con lo scopo di avviare una più esatta identificazione e per giustificare la loro presenza sul territorio cittadino. Gli investigatori hanno poi accertato, attraverso i rispettivi datori di lavoro, che sette di essi, tra i quali il lavoratore italiano, erano in possesso di regolare contratto di lavoro a tempo determinato e pertanto sono stati rilasciati subito per dar modo loro di non perdere la giornata.

Ai datori di lavoro, da parte della polizia, è stato rappresentato il grave stato di disagio dei loro dipendenti, esortandoli a provvedere ad una migliore e più dignitosa sistemazione. I restanti stranieri, alcuni dei quali con precedenti per reati contro il patrimonio, venivano rimpatriati con foglio di via obbligatorio nelle loro città di provenienza, con divieto di ritorno nel Comune dell’Aquila per la durata di tre anni. L’occupazione abusiva da parte di stranieri di locali inagibili dopo il sisma è molto più frequente di quanto si immagini. Non a caso meno di un mese fa in seguito al crollo di una pensilina nell’autoparco comunale, si è scoperto che vi vivevano una ventina di stranieri.