la protesta

Volantinaggio dell’Udu: è la morte dell’ateneo

L’AQUILA. «È la morte dell’ateneo». Studenti in shorts ancora un po’ contrariati per la spada di Damocle dell’aumento delle tasse universitarie fanno volantinaggio nel sancta sanctorum della ricerca....

L’AQUILA. «È la morte dell’ateneo». Studenti in shorts ancora un po’ contrariati per la spada di Damocle dell’aumento delle tasse universitarie fanno volantinaggio nel sancta sanctorum della ricerca.

Fa caldo, è vero, ma qui stanno per piovere 30 milioni per i dottorati internazionali di 40 studenti (secondo anno 80, terzo 120), titoli che saranno attribuiti dalla Sissa di Trieste (fisica e matematica), dall’Imt di Lucca (informatica) e dal Sant’Anna di Pisa (management) in attesa che il nascente istituto aquilano abbia il «bollino blu» per abilitare gli scienziati del futuro. «Evviva la città universitaria, a morte la città universitaria». Questo lo slogan della protesta dell’Udu (Unione degli universitari). «Diciotto milioni della legga sulla ricostruzione e altrettanti di fondi regionali su sviluppo e coesione sono finalizzati a soli quattro corsi di dottorato “internazionale” e a una nuova “struttura”. Le materie sono state individuate, a parte la fisica delle particelle, senza alcuna valutazione dei filoni scientifici più avanzati presenti nel territorio, quelli “unici” o delle peculiarità connesse al terremoto e dei bisogni di un territorio a forte deindustrializzazione. Nessun progetto “straordinario” è realmente orientato alla ricostruzione di una città davvero residenziale. Si fa intendere che la scelta dipenda dalla sola Università, senza alcuna capacità di osservare la realtà cittadina. I ministri non hanno messo in campo nulla a favore della ricostruzione di strutture e servizi finalizzati agli universitari all’Aquila. Affermare l’obiettivo dei 20mila studenti residenti in città nel 2020 diventa così solamente fumo negli occhi degli aquilani, dell’università e degli studenti. Senza città universitaria», conclude l’Udu, «anche il Gran Sasso Science institute non potrà che essere una nuova “torre d’avorio”».©RIPRODUZIONE RISERVATA