E' ancora verde la mia valle

Sarà stato in Val Vibrata John Ford? Non è dato saperlo. In ogni caso qui abbiamo visto un film lungo vent’anni dove una strega chiamata Crisi ha rosicchiato anni di lavoro e passione. Ora arrivano i “nostri”. Eccoli in ordine di apparizione: Competitività, Creatività, Coesione, Territorio e soprattutto Rilancio. Finalmente, in sala, si riaccendono le luci

Nell’imprenditoria contano le idee, quelle che ti invidiano nel mondo. Così era in Val Vibrata fino all’inizio degli anni ’90: dal tessile alla meccanica, dall’automotive all’abbigliamento, qui sono nate e cresciute mille imprese dal piglio competitivo. E poi? Poi il mercato globale, con le sue leggi distorte, le sue corse al ribasso senza regole hanno portato questo tessuto a sfibrarsi fino allo strappo. Ciò ha significato quasi 6.000 persone senza più un lavoro, 178 aziende fallite e altri dati poco rassicuranti. Dunque un’economia “estranea” fatta di grandi numeri e bassa qualità dove chi lavora conta poco e bisogna trovare un modo per pagarlo meno o, anche, lasciarlo a casa… Così ragionando anche qui son cominciate a risuonare le solite parole d’ordine: flessibilità, delocalizzazione, razionalizzazione… Ma la Val Vibrata – da sempre – ha un solo valore aggiunto: quello delle persone che ci vivono e che fanno impresa. Impresa, imprese che hanno dato lustro alla Regione e al Paese. I nomi? Sono tantissimi: per esempio la Atr di Colonnella, la Tecnomatic di Corropoli, la Casucci Jeans… Tornando al carbonio, alle macchine di precisione, ai motori, c’è anche la Carbotech di Martinsicuro. L’amministratore unico, Lorenzo Dattoli, ci conferma che il valore umano e quello del territorio non hanno prezzo: “La qualità non si fa delocalizzando o risparmiando sui materiali; si cresce solo se non si cercano facili scappatoie. Oggi con me lavorano 92 persone, a breve arriveremo a 100, i numeri sono quelli giusti. Giusti per la Val Vibrata: mai fossilizzarsi su un solo cliente, un solo prodotto…”. Essere azienda “Significa sì macchinari, sì tecnologia, ma ci vogliono cultura, innovazione, formazione e internazionalizzazione. Vi sono imprese, oggi, con un sito Internet che “parla” solo italiano; o che considerano la formazione un obbligo più che una risorsa…”. Questo ci ha detto il professor Christian Corsi, associato di Economia Aziendale all’Università di Teramo che è in seno al Gruppo di Coordinamento e Controllo per l’attuazione del Piano di riconversione nell’area di crisi complessa Val Vibrata-Piceno presso il Ministero per lo Sviluppo Economico. Già: grazie a un paziente lavoro da parte della Provincia di Teramo oggi presieduta da Domenico Di Sabatino, della Regione e di altri attori, la Val Vibrata assieme all’area Picena (Marche) è stata riconosciuta da parte del Ministero per lo Sviluppo Economico Area di Crisi Complessa. Chi fa impresa, e la fa bene, ha presentato i suoi progetti; per ripartire. Per tornare a competere.

“Ci siamo riusciti: abbiamo ottenuto il riconoscimento da parte del Ministero di Area di Crisi Complessa. Tra i soldi messi in campo dalla Regione e da Invitalia (due diversi bandi), l’Agenzia ministeriale, si arriva a 32 milioni di euro (15 per l’Abruzzo, 17 per le Marche). Ma non si tratta di finanziamenti “a pioggia”: i progetti (finanziabili singolarmente fino a 1,5 milioni con Invitalia) presentati verranno vagliati, verificati e giudicati senza sconti. Una parte significativa dei finanziamenti è collegata all'incremento occupazionale: se non leghiamo questa ripresa a nuovi posti di lavoro, magari più qualificati e specializzati, la nostra scommessa sarà vinta solo a metà. Ma io credo nel circuito virtuoso che questa opportunità può innescare”Le domande si possono presentare fino al 25 novembre (per vedere i bandi: http://restartvibrata.provincia.teramo.it/investire-e-lavorare-in-val-vibrata/ ). Il Presidente Di Sabatino ci crede. E ci credono, soprattutto, gli operatori della Val Vibrata. Diciamolo pure a John Ford: “È ancora verde la nostra valle…”.