«È Tocco il territorio che sporca di più il fiume»

L’amministrazione di Pescara punta il dito contro il Comune dell’entroterra «Scarica ogni anno 120mila metri cubi di liquami». Il sindaco Lattanzio: non è vero

PESCARA. Sarebbe Tocco da Casauria il territorio che inquina di più il fiume. È quanto sostiene il Comune di Pescara che fornisce anche dei dati ben precisi: «Non ha il depuratore e ogni anno scarica 120mila metri cubi di liquami nell’acqua». Sarebbe sufficiente questa cifra a spiegare il motivo per cui i valori dei colibatteri registrati all’ingresso del fiume nel capoluogo adriatico sono quasi sempre superiori a quelli indicati alla foce. A detta di Pescara, ci sono diversi Comuni senza depuratori che immettono direttamente nel fiume le acque reflue. E fra questi, secondo l’ente pescarese, ci sarebbe anche Tocco da Casauria, considerato il maggiore inquinatore. Ma il sindaco di Tocco Luciano Lattanzio respinge l’accusa. «Mi sembra inverosimile che Tocco possa scaricare nel fiume 120mila metri cubi di liquami», ha affermato, «è vero che non abbiamo il depuratore, ma entro la prossima primavera l’Aca avvierà i lavori del Dk15, finanziati con fondi Fas, per realizzare un depuratore. Faccio presente che il sistema fognario e idrico viene gestito dall’Aca».

Inoltre, ci sarebbero decine di fosse biologiche, sparse in tutto l’entroterra, che trasportano al fiume 1,2 milioni di metri cubi di liquami l’anno. Insomma, quanto basta per trasformare il fiume in una latrina. E Pescara ne paga le conseguenze, perché l’acqua sporca finisce poi nel mare aumentando i colibatteri e costringendo l’amministrazione comunale a vietare la balneazione.

Un’analisi attenta e dettagliata della situazione del fiume è stata fatta ieri dal vice sindaco e assessore al demanio marittimo Enzo Del Vecchio, ospite della commissione Ambiente, presieduta da Fabrizio Perfetto. «L’anno scorso», ha cominciato il vice sindaco, «abbiamo avuto dati altalenanti sulla balneazione, soprattutto all’altezza di via Balilla e via Mazzini. Per questo abbiamo deciso di stipulare una convenzione con l’Arta e la Capitaneria di porto per monitorare anche in inverno lo stato del mare e del fiume». Del Vecchio ha quindi puntato il dito contro l’inquinamento provocato a monte del fiume. «Nel territorio comunale», ha spiegato, «il livello di captazione delle acque reflue è quasi ottimale, mentre quello che viene da monte, come dimostrano le nostre analisi, è fortemente inquinato. È da lì che bisogna combattere l’inquinamento ed è per questo che il presidente della Regione Luciano D’Alfonso ha convocato per il 17 febbraio tutti gli amministratori dei Comuni ricadenti sull’asta fluviale, perché tutti si assumano una responsabilità, non nei confronti del Comune di Pescara , ma dei suoi cittadini, perché la qualità delle acque del fiume riguarda tutti i Comuni, per la parte loro ricadente e, ovviamente, anche il Comune di Pescara come utilizzare finale».

Del Vecchio ha poi rivelato un’altra emergenza, quella del depuratore di Pescara che è quasi al limite delle sue potenzialità. «Il depuratore è efficiente, le analisi lo dimostrano», ha sottolineato, «l’elemento che ci deve preoccupare è che lavora quasi al massimo: 2.700-2.800 metri cubi l’ora, contro i l limite di 3.700. Fortunatamente, nel Masterplan della Regione ci sono 4 milioni di euro che serviranno per potenziare l’impianto». Del Vecchio ha poi confermato che la prossima stagione balneare comincerà, molto probabilmente, con i divieti di balneazione dalla Madonnina fino allo stabilimento 4 Vele.

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