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Racconto in gara per la quinta edizione del concorso letterario “Montesilvano scrive”. Clicca sui tasti di condivisione per votarlo

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"Sono tornati i fantasmi stanotte. Volteggiando in circolo sopra di me, si

avvicinano al mio orecchio per sussurrare frasi sconnesse e si allontanano

ghignando. Vogliono dirmi qualcosa o solo tormentarmi, cose che conoscevo ed

ora non ricordo. Ripetono, ripetono e non capisco...

Tocco gli oggetti e li sento fremere nella loro lingua di serpente, pronti a

mutare in forme sinuose e striscianti, apro gli occhi ed è tutto uguale.

Mi appare il tuo volto all’alba ed è come il mattino che dissipa i demoni, è

finita anche la pioggia contro la linea di luce del sole nuovo sull’orizzonte.

Quand’è che ho dimenticato chi sono? Bisogna scendere fino al fondo di questo

male, attraversare l’acqua come per annegare per vedere cosa giace sul fondo.

In picchiata nel centro dello scontro con le ali chiuse per non spezzarle

contro la corrente, servendosi dell’incoscienza come fosse coraggio. Forse

quando la ruota ultimerà il giro, forse comincerà la risalita.

Alla vigilia di questa guerra risuonò il richiamo, ci siamo mossi a quell’

imperativo più forte di ogni nostro pensiero e sentimento, è cominciato allora

il nostro viaggio verso questa esistenza o forse la nostra intera vita

anteriore non è stata che l’insieme dei passi che dovevano condurci qui.

Perché noi, perché così? Qual è la necessità di tutto questo? A volte io non

lo so più.

Mi sono ritrovato a cadere per abbandonare il corpo che avevo e con esso i

ricordi e tutto quanto avessi mai amato, precipitare verso la dissoluzione.

Così a pochi metri dalla morte è arrivata la comprensione, come una scarica

elettrica nella testa, una sottile linea guizzante di luce che attraversa i

pensieri e tanto è bastato per farmi rialzare in un nuovo mondo ai miei occhi

mutati.

A volte qualcosa mi scuote violentemente le spalle, forse sei tu che ancora

torni ad abitare qualche stanza di questo cuore.

Ma torna in qualche modo subito la quiete con lo stormire delle foglie molto

più forte ai miei sensi e allora vedi non c’è più posto in me per le emozioni.

Lo vedi, bisogna che andiamo. Anche tu come gli altri con sollievo da lontano

ci guardi correre verso i confini e non è lo spazio la vera distanza che ci

separa.

Prima che i soldati tornino c’è tutta una notte di orrori davanti, ma tra

quelle luci in lontananza, tra quelle case da proteggere c’è anche la tua

porta."

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