A Pescara sindaci uniti  per le vittime delle foibe «Mai più questi orrori» 

Il giorno del ricordo con i rappresentanti dei Comuni della provincia Masci: «Fino a qualche anno fa una tragedia ignorata e nascosta»

PESCARA. Un mazzo di rose rosse deposto sulla lapide dedicata a Norma Cossetto in piazza Italia e una corona d'alloro innalzata sulla piazza Giuliano Dalmati, davanti al Rampigna. Sono stati i momenti più intensi che hanno caratterizzato la Giornata del ricordo, ricorrenza che si celebra il 10 febbraio dal 2004, istituita per rendere omaggio alle migliaia, 5 o 10mila o forse più, di vittime delle foibe e per non dimenticare l’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani dalle loro terre durante e nell’immediato secondo Dopoguerra.
Una «cerimonia sentita, ho provato una emozione molto forte», commenta Donatella Bracali, presidente del comitato provinciale dell'Associazione nazionale Venezia-Giulia-Dalmazia che ha reso onore al suo predecessore, Mario Siroli Diracca, scomparso di recente. Una cerimonia mai così affollata di autorità, rappresentanti istituzionali e di associazioni combattentistiche, civili e d'armi. Presenti il prefetto Giancarlo Di Vincenzo, il questore Luigi Liguori; il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri; il presidente della Provincia Ottavio De Martinis; il sindaco di Pescara Carlo Masci con i colleghi di altri 17 Comuni fasciati di tricolore e il presidente del consiglio comunale Marcello Antonelli, gli studenti e i docenti del liceo Marconi accompagnati dalla preside Giovanna Ferrante.
Le celebrazioni sono iniziate ieri mattina alle 10 con la messa nella chiesa dello Spirito Santo officiata da don Giorgio Campilii. Poi il corteo si è spostato in piazza Dalmati con la deposizione della corona dell'allora e, di seguito, in piazza Italia per rendere omaggio a Norma Cossetto, la 23enne istriana catturata dai partigiani jugoslavi, seviziata, picchiata e infoibata nel 1943 a Villa Surani. Un fascio di rosse deposte sulla lapide dal presidente Bracali, figlia di Miriam Paparella, esule di Zara. Il sindaco Masci, nel suo discorso, ha ricordato che fino a non molto tempo fa «la tragedia dell'esodo degli italiani di Istria, Dalmazia e Venezia Giulia era sminuita, nascosta, minimizzata, ignorata. Sui libri di storia le foibe non c'erano, o un accenno. E per alcuni ancora da negare».