Abruzzo, il Pdl vara le liste: al Senato c’è Razzi Polemica a Pescara: "Questo è un harakiri"

Berlusconi capolista per Palazzo Madama seguito da Quagliarello e Paola Pelino. Per la Camera Piccone, Tancredi e Di Stefano. Razzi sulle polemiche: "Dopo tutto quello che ho fatto per l’Abruzzo, pensavo che i politici abruzzesi fossero più coerenti e rispettosi. Ringrazio Roma". Nessun pescarese in un posto utile per l'elezione: è polemica

PESCARA. Non c'è Scilipoti e Aracu ha fatto un passo indietro, ma l'ufficializzazione delle liste per le prossime elezioni politiche non ferma la polemica nel Pdl abruzzese. Sono quasi tutte negative le reazioni di esponenti di spicco del pratito in Abruzzo. Molti contestano la candidatura al Senato di Razzi, ex Idv che salvò Berlusconi dalla sfiducia nel dicembre 2010. Ma anche la composizione delle liste fa discutere e rischia di causare scissioni nel partito. Tra i candidati del Pdl non ci sono Pescaresi. Duro il consigliere regionale Sospiri: «Gianni Chiodi è riuscito a far confermare il suo concittadino Tancredi (di Teramo, ndr), ma si è diemnticato di Pescara. «Pescara - ha commentato il presidente della Provincia, Guerino Testa -, avrebbe meritato ben altro spazio. Il capoluogo adriatico è stato ignorato, tagliato fuori e cancellato dalla cartina politica, dimenticando il ruolo che questo territorio ha conquistato nel tempo e ignorando la necessità di rappresentanza che esprime un’area così importante nella geografia regionale». Ancora più critico anche il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano: mi riservo nell prossime ore di valutare la mia permanenza nel partito e nel gruppo consiliare alla Regione Abruzzo.

Ecco i candidati del Popolo delle libertà. Quella abruzzese è stata una delle ultime liste chiuse dal Pdl nazionale. Al Senato correranno nell’ordine: Silvio Berlusconi, Gaetano Quagliariello, Paola Pelino, Antonio Razzi, Federica Chiavaroli, Antonietta Passalacqua ed Elicio Romandini. Alla Camera dei deputati nell’ordine: Filippo Piccone, Paolo Tancredi, Fabrizio Di Stefano, Massimo Verrecchia, Valeria Misticoni, Daniele D’Amario, Quintino Liris, Francesco Raglione, Andrea Parente, Luciana Di Marco, Manuela Fini, Denisso Cupaiolo, Massimo Pastore, Federico Di Lorenzo.

Razzi: "Sono soddisfatto. Ringrazio Roma". «È perfetto, sono soddisfattissimo. So che c’è stata qualche "turbolenza" in Abruzzo sul mio nome e me ne dispiace, però devo ringraziare il partito a Roma». È questo il primo commento dell’ex deputato Antonio Razzi, quarto in lista al senato per il Pdl in Abruzzo. Ieri appena sono uscite le notizie della sua candidatura in Abruzzo (Razzi abita a Pescara ed è di origine abruzzese), c’è stata un'alzata di scudi da parte del partito regionale con il governatore Chiodi in testa: «Mi hanno riferito, io non sono stato tanto a sentire.. - racconta Razzi - e non me lo aspettavo. Perchè dopo tutto quello che ho fatto per l’Abruzzo, pensavo che i politici abruzzesi fossero più coerenti e rispettosi, e invece non è stato così».

Pagano: "Pronto a lasciare il Pdl, alle politiche sostengo Rialzati Abruzzo". «Ho preso atto delle liste parlamentari del Pdl in Abruzzo che oltre al dato politico insoddisfacente, rappresentano uno sfregio per Pescara e la sua provincia». Così il Presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Nazario Pagano, ha commentato le liste del Pdl in Abruzzo per prossime elezioni Politiche. «Ciò detto - osserva - mi riservo nelle prossime ore di valutare la mia permanenza nel partito e nel gruppo consiliare alla Regione Abruzzo. Tuttavia, posso annunciare sin da stasera che - conclude Pagano - il mio impegno elettorale e quello di tanti amici che da tempo condividono un percorso politico chiaro e trasparente per Pescara e l’Abruzzo, si tramuterà nel voto dichiarato e convinto a favore della lista "Rialzati Abruzzo" al Senato».

Sospiri: "Chiodi a pensato a Tancredi, ma si è dimenticato Pescara". «Quelle proposte ieri erano liste vergognose, quelle di oggi lo sono meno ma manca il parlamentare di Pescara. Se il presidente Chiodi si fosse si fosse indignato anche dopo aver ottenuto la candidatura del suo concittadino Tancredi, peraltro sacrosanta, forse si sarebbe potuto evitare questo grave vulnus. L’atteggiamento di Chiodi è inaccettabile». È il commento del consigliere regionale del Pdl Lorenzo Sospiri, capogruppo al consiglio comunale di Pescara e uomo forte del partito in città. Sospiri non annuncia disimpegni in campagna elettorale «sono un militante e lavorerò per battere la sinistra», ma alza la voce anche con i coordinatori regionali, il senatore Filippo Piccone (capolista alla Camera) e il suo vice, il senatore Fabrizio Di Stefano, (al terzo posto alla Camera) che invita alle dimissioni. «A mio avviso non ci rappresentano più e farebbero bene a dimettersi - spiega ancora -. Hanno fatto prevalere prima le correnti e poi gli interessi dei territori». E infine rivela: «Non abbiamo accettato posti in una posizione non utile sia alla Camera sia al Senato, comunque non è pensabile che a Pescara non ci fossero candidati all’altezza».

Testa: "Questo Pdl non ci piace, le liste sono un harakiri". «Berlusconi parla di nuove energie e di candidature di peso ma poi in Abruzzo accade tutto il contrario. Questo Pdl non ci piace, si allontana sempre di più dagli elettori e dai rappresentanti locali del partito, almeno in questa zona. Una sorta di harakiri incomprensibile che inevitabilmente mi porta a dissociarmi dalle pratiche seguite», così in una nota il presidente della provincia di Pescara Guerino Testa. Testa spiega che con le liste elettorali e le polemiche sulle candidature «abbiamo assistito a uno spettacolo indecoroso», e la conseguenza è che «il capoluogo adriatico è stato letteralmente ignorato, brutalmente tagliato fuori, cancellato dalla cartina politica». Queste sono «logiche e modi che non mi appartengono e non rappresentano quel Pdl in cui ho sempre creduto. E sono certo di parlare a nome di tanti pescaresi cioè tutti coloro che sono fuori dalle stanze della politica e avrebbero voluto e votato liste con candidati locali, rappresentanti di un territorio popoloso e produttivo che non merita umiliazioni simili. Tagliare fuori Pescara pochi mesi prima delle regionali, tra l’altro, non ha niente di lungimirante».

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