Acerbo: «Tirocini truffaLavoratori a 3 euro l'orae formazione inesistente»

PESCARA. «Il tirocinio formativo rischia di diventare la nuova frontiera del lavoro nero. In molti casi, la formazione non viene impartita e viene vanificata la natura formativa del tirocinio». Maurizio Acerbo, consigliere comunale e regionale di Rifondazione Comunista, alza il velo su quella che definisce «la grande truffa dei tirocini formativi»: il primo accesso al mondo del lavoro, il momento per acquisire conoscenze che la legge definisce di «alteranza tra studio e lavoro».

«Lavoratori con paghe cinesi», dice Maurizio Acerbo che, insieme al segretario provinciale di Rifondazione, Corrado Di Sante, ha affrontato la questione già un anno e mezzo fa, ma che adesso chiama a raccolta organizzazioni sindacali, assessori regionali e il presidente della Provincia Guerino Testa con l'obiettivo di definire gli «standard di qualità dei tirocini formativi e prevenire gli abusi».

Acerbo, nella sua denuncia, scompagina alcuni dati, puntando il dito intanto sulla manodopera sottopagata: «Giovani che prendono 300 euro al mese, 3 euro l'ora. Ragazzi impiegati nelle imprese, che non hanno contributi previdenziali e vengono sfruttati dalla aziende che, invece di assumere nuovo personale, si avvalgono di un tirocinante». E la Provincia, uno degli enti promotori dei processi formativi, finisce nel calderone della «grande truffa». Perché l'Ente, sempre secondo il racconto di Acerbo, nel biennio 2007-2008 ha speso 596.490 mila euro e promosso l'attivazione di 193 tirocini. «Il problema è che su 193, si sono concretizzati soltanto 13 contratti a tempo indeterminto».

Complessivamente, nella provincia di Pescara si organizzano circa 1.200 tirocini l'anno e soltanto una minima percentuale si trasforma in assunzione, circa il 2 per cento. I tirocini sono regolati a livello nazionale dalla legge numero 196/97 che dice: «I soggetti promotori sono tenuti ad assicurare i tirocinanti contro gli infortuni sul lavoro presso l'Inail. I tirocini formativi e di orientamento hanno durata massima non superiore a quattro mesi per gli studenti che frequentano la scuola secondaria; non superiore a sei mesi nel caso di lavoratori inoccupati e disoccupati».

Centri commerciali, ristorazione, turismo, commercio: sono questi i settori in cui si svolgono i tirocini e verso cui Acerbo chiede di definire gli standard di qualità aggiungendo che la «grande truffa» si perpetua con il benestare della Provincia e della Regione. «Con la legge regionale 76/1998 la Regione ha delegato alle province la programmazione e attuazione dei tirocini formativi e, al fine di evitare abusi dello strumento, Regioni e Province possono disciplinare la materia».

Per questi motivi, il consigliere presenterà un'interrogazione all'assessore regionale Paolo Gatti, al presidente Testa e incontrerà i sindacati per sollecitare una vertenza sulla questione. «Perché», come concluce, «la Regione dorme e la Provincia è complice».

Intanto, l'assessore provinciale alle Politiche del lavoro Antonio Martorella dice: «Non esiste un caso Pescara o un caso Abruzzo perché i tirocini sono regolati da un decreto nazionale. Il consigliere Acerbo arriva quindi secondo anche perché l'assessorato provinciale al Lavoro si sta occupando della tematica. E lo sta facendo con un lavoro a monte, verificando le aziende che vengono da noi e quello che propongono; e con un lavoro a valle per sapere qual è stato il percorso finale del tirocinio. E' vero che ci sono abusi», prosegue Martorella, «ma non vogliamo stringere su questi. Crediamo molto al tirocinio, ecco perché stiamo pensando di istituire un meccanismo di premialità per quelle imprese che osservano le procedure».

© RIPRODUZIONE RISERVATA